Il Gruppo PSA (Peugeot-Citroen) ha ufficializzato l’acquisizione da General Motors di Opel/Vauxhall per 1,3 miliardi di euro e delle attività finanziarie europee di GM, in una joint venture paritetica con BNP Paribas, per altri 900 milioni di euro.
Con la fusione PSA diventa il secondo costruttore automobilistico europeo con ricavi per 17,7 miliardi di euro l’anno e una quota di mercato del 17%.
Le sinergie a regime sono valutate in 1,7 miliardi di euro l’anno entro il 2026 anche se gran parte di queste dovrebbero essere ottenute già entro il 2020, data in cui PSA stima il ritorno al cash flow positivo per Opel/Vauxhall.
“Siamo orgogliosi di unire le forze con Opel/Vauxhall e siamo fortemente impegnati ad accelerare il suo rilancio” ha commentato il presidente di PSA Carlos Tavares che prevede per Opel un margine operativo ricorrente del 2% entro il 2020 e del 6% entro il 2026. Intendiamo gestire PSA e Opel capitalizzando i rispettivi brand”.
Per Tavares, posto che vengano raggiunti gli obiettivi di produttività, “non ci saranno chiusure di impianti Opel a seguito dell’acquisizione da parte del gruppo Psa Peugeot Citroen. Tutti avranno l’opportunità di raggiungere gli obiettivi prefissati in termini di efficacia, e fino a quando procederemo in questa direzione non sarà necessario chiudere impianti”.
L’idea di chiudere una fabbrica è paraltro “piuttosto semplicistica”, secondo il manager. “Ci sono veramente tante cose che si possono fare per migliorare l’efficienza dell’azienda. Lo abbiamo imparato negli ultimi tre anni e ora lo possiamo mettere a disposizione di Opel e Vauxhall”.