Giustamente sono stati scritti fiumi di inchiostro su Papa Francesco che è morto il giorno di Pasquetta, e altri fiumi sono in scrittura e in via d’uscita. Almeno fino all’elezione del prossimo Pontefice. Per non parlare di quante pagine leggeremo sui funerali che si svolgeranno sabato prossimo.Tante parole e tutte – o quasi tutte – meritate da un Papa che forse l’umanità non meritava, visto come si sta comportando da diversi anni: guerre, morti, distruzioni, maltrattamenti degli ultimi, a cominciare dai migranti. Francesco era appunto il Papa degli ultimi, gli stessi che vengono deportati, insultati, ostracizzati, arrestati anche da coloro che oggi – con una dose di ipocrisia mai vista nella storia – omaggiano il Papa morto, da Giorgia Meloni fino a Donald Trump, passando per tutti gli altri personaggi della destra mondiale che certo non amavano Bergoglio (per usare un eufemismo). L’unico coerente è stato il premier israeliano, lui le condoglianze le ha cancellate proprio perché è convinto che la strage che sta perpetuando a Gaza sia giusta mentre il Papa la considerava un orrore. Quindi nessun messaggio di cordoglio: anzi, se Netanyauh potesse in Israele ci sarebbe un festa nazionale per celebrare la scomparsa del suo avversario principale dal punto di vista non delle armi ma delle idee.
Al funerale di Roma sabato prossimo ci saranno centinaia di migliaia di persone, la maggior parte di loro sarà lì in totale empatia religiosa, sociale e anche politica con le idee che professava l’uomo “venuto dalla fine del mondo”, mentre una minoranza “qualificata” sarà lì solo per dovere diplomatico, magari pensando “finalmente se n’è andato…”.
Chi invece, il giorno prima, cioè il 25 aprile, manifesterà per ricordare la liberazione dal nazifascismo avvenuta 80 anni fa, sarà in piazza anche per Bergoglio, cioè per ribadire le sue opinioni e il suo modo di comportarsi in un mondo che non gli assomigliava affatto. C’è chi anni fa ha detto che lui era il leader della sinistra mondiale, si tratta di Massimo D’Alema che ha appena precisato con un’intervista al “Corriere della sera” che la sua era poco più di un battuta. Ma una battuta che contiene una grande verità: sgombriamo il campo delle questioni attinenti all’aborto e al cambiamento di genere sessuale, qui si tratta di dogmi che alla Chiesa cattolica serviranno decenni se non secoli per superare, ma su tutto il resto, sulla visione politica e geopolitica e umana è assolutamente vero che il Papa scomparso aveva idee analoghe se non identiche a quelle della sinistra. Anzi, spesso più radicali.
Alla fine succederà che ci saranno due funerali del Papa, venerdì sarà una cerimonia molto politica, in cui ci si ricorderà di Bergoglio mettendolo in sintonia con l’antifascismo, sintonia assolutamente naturale. E sabato invece prevarrà la religione, il cristianesimo, ma un cristianesimo che mette Gesù e i suoi insegnamenti al centro: ovvero una Chiesa povera, pulita dai giochi di potere della Curia. Non a caso il Papa ha voluto chiamarsi Francesco.
Non potevano mancare le polemiche, strumentali e francamente volgari da parte della destra al potere. Chiedere che il 25 aprile venga celebrato con sobrietà, come se di solito fosse un appuntamento di ubriaconi, è un modo subdolo per ribadire che la Festa della Liberazione non è un giorno importante per chi oggi governa l’Italia: l’antifascismo per loro non è un valore, tutt’altro. Quindi ben vengano i funerali e il lutto nazionale proclamato dalla premier per cercare di disinnescare la forza politica e storica di una data fondamentale della nostra vita e della nostra democrazia. Solo che per quanti sforzi possano fare i nostri governanti, la storia non si può scrivere nella maniera opposta a come si è svolta: il 25 aprile è una giorno speciale, che segna la fine della dittatura fascista e dell’occupazione nazista. Grazie agli alleati anglo-americani ovviamente, ma grazie anche ai partigiani che combatterono e morirono sulle montagne contro l’armata di Hitler. E non abbiamo dubbi che se Jorge Maria Bergoglio a quei tempi fosse stato italiano si sarebbe unito a loro.
Riccardo Barenghi