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Home - La biblioteca del diario - Il costruttore e il giocatore. Serafino Ferruzzi, Raul Gardini, e la fine di un grande gruppo industriale, di Luciano Segreto, Feltrinelli

Il costruttore e il giocatore. Serafino Ferruzzi, Raul Gardini, e la fine di un grande gruppo industriale, di Luciano Segreto, Feltrinelli

di Nunzia Penelope
3 Ottobre 2025
in La biblioteca del diario
Il costruttore e il giocatore. Serafino Ferruzzi, Raul Gardini, e la fine di un grande gruppo industriale, di Luciano Segreto, Feltrinelli

È abbastanza sorprendente come ancora, a distanza di decenni, la vicenda Ferruzzi-Gardini continui a suscitare curiosità, e di conseguenza, sia spunto per libri, inchieste, romanzi e perfino film. Il che è positivo perché quella serie di eventi concentrati nei primi anni Novanta, oltre a penetrare nell’ immaginario collettivo come poche altre storie legate all’economia, hanno poi drasticamente cambiato il percorso della nostra industria nazionale; e tuttavia, nessuna di queste numerose produzioni è riuscita a sciogliere del tutto la rete intricatissima di misteri e di non detti che ancora avvolge l’ascesa e caduta di una delle famiglie più potenti d’Italia, lasciando più domande che risposte.  Contribuisce a fornire qualche chiarimento il libro dello storico dell’economia Luciano Segreto edito da Feltrinelli, “Il costruttore e il giocatore”; laddove il primo è Serafino Ferruzzi, che pose la prima pietra dell’impero, e il secondo è Raul Gardini, che ne causò l’incredibile e velocissimo crollo.

Segreto non è un giornalista d’inchiesta né uno scrittore ma, appunto, un ricercatore, docente di Storia economica internazionale e Storia della finanza alla Facoltà di Scienze politiche di Firenze, nonché autore di molte pubblicazioni sulla storia dell’industria e del mondo finanziario. Di conseguenza, Il costruttore e il giocatore non è forse un libro immediatamente comprensibile per un pubblico generico; ma è certo uno strumento preziosissimo per gli addetti ai lavori. In oltre 400 pagine molto fitte (fin dal corpo tipografico), corredate da poderoso apparato di note, l’autore ricostruisce i fatti in modo mai cosi dettagliato, basandosi sull’analisi di documenti finanziari inediti. Il racconto si dispiega su almeno cinquant’anni di storia industriale e finanziaria italiana, partendo dalle origini del gruppo Ferruzzi e sull’ascesa di Serafino, ma poi rapidamente passando alla parte più vicina a noi: quella relativa alla ‘’presa di potere’’ di Raul Gardini, che portò un’azienda leader soltanto nel settore del trading agricolo a diventare il secondo gruppo industriale nazionale, con un fatturato che era appena a un passo da quello della Fiat; e questo quando la Fiat era ancora la Fiat.

Colpisce, in particolare, la differenza di tempi e spazio che l’autore dedica ai protagonisti. La fase della crescita, con al centro Serafino Ferruzzi, avviene nell’arco di circa trent’anni, ma occupa meno delle prime cento pagine del volume, mentre la fase gardiniana, che poi portò alla caduta e che dura all’incirca quindici anni, occupa le restanti quasi trecento pagine. Ed e’ forse proprio in questo apparente squilibrio che sta il succo della storia, cosi come la perfetta rappresentazione dei due protagonisti con le loro peculiarità. La lenta e paziente costruzione da parte di Serafino Ferruzzi di un gruppo allo stesso tempo provinciale e internazionale, che si estende dalle campagne del ravennate alla borsa merci di Chicago in maniera assolutamente lineare, e che dunque che non necessita di troppo ‘’racconto’’ per essere descritta: ‘’un lungo fiume che scorre tranquillo”. Mentre per spiegare la rapida dissipazione di quei successi da parte di Gardini, il suo visionario tentativo di crescere ancora, in terre incognite e per vie tutt’altro che lineari, in un turbine “di colpi di scena che si sommano, si moltiplicano, si amplificano fino a produrre effetti devastanti”, le pagine sembrano non bastare mai. Il costruttore e il giocatore, appunto: “un’ascesa vertiginosa e un crollo rovinoso, un intreccio di potere, ambizione e misteri mai del tutto chiariti”; “una parabola del capitalismo familiare italiano del Novecento che sembra un thriller”.

C’è molto del thriller, in questa storia: basti pensare che la caduta di Gardini, e quindi dei Ferruzzi, inizia con quello che sembra l’apice del potere, cioè la conquista della Montedison, uno dei santuari intoccabili della finanza italiana, e successivamente con la creazione della joint venture con l’Eni, dando vita alla disgraziatissima Enimont. Un colosso che sulla carta avrebbe potuto rappresentare un pilastro dell’industria chimica ed energetica mondiale, ma che invece durò lo spazio di mattino: giusto il tempo di seminare sul suo percorso diversi cadaveri in senso non figurato (Gardini e Cagliari, innanzi tutto, morti suicidi), e altrettanti ‘’cadaveri’’ finanziari: a partire dal fallimento del gruppo, voluto, o favorito, o non impedito, dalla Mediobanca di Enrico Cuccia, fino al mistero della maxi tangente Enimont, su cui si celebrò l’unico processo di Mani Pulite e che contribuì parecchio al crollo della prima repubblica, ma che ancora oggi non risulta essere mai stata rintracciata, tanto da indurre qualcuno a sospettare che, forse, non sia mai esistita.

E non si può non considerare anche il particolare periodo storico nel quale una parte fondamentale della vicenda raccontata da Segreto si inserisce: la pesantissima crisi economica dei primi anni Novanta, e la stagione delle privatizzazioni avviata dal governo di Giuliano Amato, con lo sconquasso che portarono nel mondo fin li ovattato e intoccabile delle Partecipazioni statali. Sarà anche solo una sfortunata serie di coincidenze, ma sta di fatto che dalla crisi dell’Enimont in poi, e dal successivo fallimento dei Ferruzzi, iniziò quella lenta e inesorabile slavina che ha poi portato, anno dopo anno, alla quasi totale de-industrializzazione del nostro paese cui oggi assistiamo.

Lo riassume bene, nel libro, uno stretto collaboratore di Gardini: “in lui c’era l’ambizione di essere il numero uno in Italia, superando gli Agnelli. Ma giocavamo in un mondo che Raul non dominava (…). E cosi mancava la focalizzazione industriale, mancava il tempo per decidere quale dovesse essere il nostro futuro’’.  In fondo, è un po’ anche il riassunto degli ultimi decenni di storia industriale nazionale, del capitalismo delle grandi famiglie, della scommessa che aveva fatto grande l’Italia del dopoguerra, e che ci aveva fatto immaginare un futuro che oggi, a quanto pare, non esiste più.

Nunzia Penelope

 

Titolo: Il costruttore e il giocatore. Serafino Ferruzzi, Raul Gardini, e la fine di un grande gruppo industriale

 

Autore: Luciano Segreto

Editore: Feltrinelli

Anno di pubblicazione: 2025

Pagine 427

Prezzo: 30 euro

ISBN 978807174995

Nunzia Penelope

Nunzia Penelope

Vicedirettrice de Il Diario del lavoro

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