A novembre 2020 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è calato dell’1,4% rispetto a ottobre. Corretto per gli effetti di calendario, l’indice complessivo è diminuito in termini tendenziali del 4,2% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21 contro i 20 di novembre 2019). Lo ha reso noto l’Istat.
Nella media del trimestre settembre-novembre il livello della produzione cresce del 2,1% rispetto al trimestre precedente. L’indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale solo per i beni intermedi (+ 0,2%); diminuiscono, invece, i beni di consumo (- 4%), l’energia (- 3,6%) e i beni strumentali (- 0,6%).
Flessioni tendenziali caratterizzano tutti i comparti; la riduzione è meno pronunciata per i beni intermedi (- 0,2%) e i beni strumentali (- 2,8%), mentre risulta più rilevante per i beni di consumo (- 9,8%) e l’energia (- 5,6%).
I settori di attività economica che registrano i maggiori incrementi tendenziali sono la fabbricazione di apparecchiature elettriche (+ 5,9%), la fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (+ 2,9%) e la fabbricazione di mezzi di trasporto (+ 2,3%).
Le flessioni più ampie si registrano nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (- 26,7%), nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (- 18,3%) e nella fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati (- 8,2%).
“A novembre la produzione industriale italiana – è il commento dell’Istat – diminuisce sia su base congiunturale sia in termini tendenziali. Tra i principali settori di attività solo i beni intermedi registrano un modesto incremento congiunturale. Rimane, tuttavia, positiva la variazione della media degli ultimi tre mesi rispetto ai precedenti (+ 2,1%)”.
Nel confronto con febbraio 2020, “mese antecedente all’esplosione della crisi pandemica, l’indice destagionalizzato è inferiore del 3,5%. A livello dei principali raggruppamenti di industria tutti i comparti risultano in diminuzione su base annua, particolarmente accentuata per i beni di consumo”.
E.G.