Istat stima che ad aprile l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,4% su base mensile e dell’1,1% su base annua (da +0,8% di marzo), confermando la stima preliminare. Al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e al netto dei soli beni energetici, la crescita dei prezzi decelera e si porta in entrambe le misure +0,3% da +0,8% di marzo.
L’accelerazione tendenziale dell’inflazione si deve essenzialmente ai prezzi dei beni energetici, la cui crescita passa da +0,4% di marzo a +9,8% a causa sia dei prezzi della componente regolamentata, che invertono la tendenza da -2,2% a +16,8%, sia di quelli della componente non regolamentata (che accelerano da +1,7% a +6,6%; tale dinamica è solo in parte compensata dall’inversione di tendenza dei prezzi dei beni alimentari non lavorati, da +1,0% a -0,3%, e di quelli dei servizi relativi ai trasporti, da +2,2% a -0,7%.
L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei prezzi dei beni energetici regolamentati (+3,6%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,4%), degli energetici non regolamentati e degli alimentari non lavorati (+1,0% per entrambi), solo in parte compensata dalla diminuzione dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (-1,2%).
L’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +1,2% per l’indice generale e a +0,6% per la componente di fondo.
E.G.