Oltre 7,5 milioni di persone, di cui 4,8 milioni sono casalinghe, non partecipa ad iniziative di formazione ed è anche esclusa, per scelta o per condizione socio-demografica, dal mercato del lavoro: sono persone con bassa scolarità, pensionati e casalinghe. È quanto emerge dal XII Rapporto sulla formazione continua dell’Isfol. Si tratta, rileva lo stesso rapporto, di “una quota di popolazione numericamente non trascurabile”. Ed è soprattutto tra le casalinghe, il cui numero è rilevante al Sud, che è presente, viene inoltre sottolineato, una parte consistente dei cosiddetti “scoraggiati”, che non cercano lavoro e non si formano su tematiche inerenti il mondo professionale.
“Qualsiasi tipo di azione – si legge – tesa a recuperare nel mercato del lavoro tale target necessiterebbe, in primo luogo, di interventi sia rivolti a valutare le competenze già in possesso delle persone sia di tipo rimotivante e orientativo”.
“Gli adulti occupati ed inoccupati che nel 2010 – evidenzia il rapporto realizzato dall’Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori – hanno partecipato a iniziative di formazione corrispondono a 1 milione e 600 mila, con un andamento crescente rispetto all’anno precedente. In termini percentuali si tratta del 6,2% dei 25-64enni, rispetto al 9,8% della media Ue e ai valori decisamente più alti dei Paesi del Nord Europa (in Svezia si sfiora il 25%, nel Regno unito il 20%). Il dato italiano risulta inferiore al 7,7% tedesco e più alto del 5% francese”.
Sul fronte delle imprese, una su tre dichiara di avere effettuato nel 2010 corsi di formazione per i propri addetti. Quanto alle risorse finanziarie, l’ammontare di fondi pubblici e privati per la formazione continua dei lavoratori è pari a circa 5 miliardi di euro l’anno, di cui un miliardo messo a disposizione dal Fondo sociale europeo, dalle leggi nazionali e dai Fondi paritetici interprofessionali (attualmente ne sono attivi 20). Si tratta di un importo “significativo ma comunque inferiore” rispetto anche a realtà produttive meno estese, sottolinea il rapporto.
“Oggi in Italia – dichiara il direttore generale dell’Isfol, Aviana Bulgarelli, – si è già in possesso di informazioni, articolate anche a livello territoriale, sulle professionalità e le competenze richieste dal mercato del lavoro, ciò permette di orientare le persone verso azioni formative e di riqualificazione che possano coniugare le competenze possedute con quelle richieste dalle imprese”. (LF)
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