Italia ancora in zona deflazione, ma il calo dei prezzi rallenta. Secondo le stime preliminari dell’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,3% su base mensile e ha segnato un calo su base annua pari allo 0,2%, meno ampio rispetto a gennaio (-0,6%).
L’attenuazione della flessione su base annua dell’indice generale è dovuta in primo luogo alla netta ripresa dei prezzi dei Vegetali freschi (+11,2%, da -1,7% di gennaio); contribuiscono poi l’accelerazione della crescita tendenziale dei prezzi dei Servizi relativi ai Trasporti (+1,4%, da +0,3% di gennaio), l’inversione di tendenza di quelli dei Tabacchi (+3,7%, da -0,4% di gennaio) e il parziale ridimensionamento del calo su base annua dei prezzi degli Energetici non regolamentati (-12,8%; era -14,0% il mese precedente).
Al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, l'”inflazione di fondo” sale a +0,6% (da +0,3% di gennaio); al netto dei soli beni energetici si porta a +0,7% (era +0,3% il mese precedente).
Il rialzo mensile dell’indice generale è da ascrivere principalmente all’aumento dei prezzi dei Vegetali freschi (+8,2%) – condizionati da fattori stagionali – e di quelli dei Tabacchi (+4,1%); un contributo all’aumento viene inoltre dal rialzo dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+0,8%), anch’essi in parte influenzati da fattori stagionali.
L’inflazione acquisita per il 2015 è pari a -0,3%. Rispetto a febbraio 2014, i prezzi dei beni diminuiscono dello 0,9% (era -1,5% a gennaio) e il tasso di crescita dei prezzi dei servizi accelera (+0,8%, da +0,5% del mese precedente). Di conseguenza, rispetto a gennaio 2015 il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si riduce di tre decimi di punto percentuale.