Nel 2020 il valore aggiunto generato dall’economia non osservata, ovvero dalla somma di economia sommersa e attività illegali, si è attestato a 174,6 miliardi di euro, con una flessione del 14,1% rispetto all’anno precedente quanto era stata pari a 203,3 miliardi di euro, più accentuata rispetto alla contrazione del Pil indotta dalla crisi pandemica (-7,6%). Lo rileva l’Istat nel suo rapporto sull’economia non osservata. L’incidenza del “nero” sul Pil si è di conseguenza ridotta di 0,8 punti percentuali, portandosi al 10,5% dall’11,3% del 2019, aggiunge l’Istat.
Nel 2020, il “sommerso” vale 157,4 miliardi, il 9,5% del Pil, in calo di 26,5 miliardi rispetto all’anno precedente mentre le attività illegali valgono 17,4 miliardi di euro, l’1,2% del Pil, con un calo del 10,5% rispetto al 2019. Si tratta della prima contrazione dal 2015.
Forte calo dell’occupazione irregolare: sono 2 milioni 926 mila le unità di lavoro irregolari nel 2020, in calo di circa 660 mila rispetto all’anno precedente.
La contrazione è stata generalizzata per tutte le componenti dell’economia non osservata, afferma l’Istat: il valore aggiunto da sotto-dichiarazione è diminuito di 10,7 miliardi di euro rispetto al 2019, quello generato dall’impiego di lavoro irregolare di 14,6 miliardi, mentre le altre componenti hanno registrato un calo di 1,2 miliardi.
La componente legata alla sotto-dichiarazione vale 79,7 miliardi mentre quella connessa all’impiego di lavoro irregolare è pari a 62,4 miliardi. Nel complesso, i settori dove è più alto il peso del sommerso economico sono gli altri servizi alle persone, dove esso costituisce il 34,2% del valore aggiunto del comparto, il commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (22,1%) e le costruzioni (19,3%).
Il valore aggiunto generato dall’impiego di lavoro irregolare ha una maggiore incidenza negli altri servizi alle persone (22,0% del valore aggiunto totale), dove è rilevante il peso del lavoro domestico. Nel settore primario il valore aggiunto sommerso, generato solo dalla componente di lavoro irregolare, rappresenta il 16,9% del totale del comparto agricolo.
La tendenza di calo del sommerso “è da ricondursi a una quasi generalizzata riduzione dell’impatto del sommerso economico nelle imprese individuali. In tale segmento produttivo, infatti, la componente di sotto-dichiarazione ha mostrato un’incidenza in calo di circa 10 punti percentuali, a fronte di una sostanziale stabilità riscontrata, invece, per le piccole e medie imprese”.
“Per quel che attiene al lavoro irregolare, infine, fra il 2019 e il 2020, si è registrata una riduzione del 25% del valore aggiunto generato dai lavoratori indipendenti irregolari (che incidono in maniera più rilevante sulle imprese di piccolissime dimensioni) e un calo di oltre il 15% di quello connesso all’impiego di dipendenti irregolari nelle imprese con meno di cinque addetti”.
I consumi finali di beni e servizi illegali sono risultati pari a 19,6 miliardi di euro (il 2,0% del valore complessivo della spesa per consumi finali), in calo di 2,4 miliardi rispetto al 2019. La contrazione dell’economia illegale è determinata per una parte rilevante dal traffico di stupefacenti, il cui valore aggiunto scende a 13,3 miliardi di euro nel 2020 (-1,6 miliardi rispetto al 2019), mentre la spesa per consumi si attesta a 14,8 miliardi di euro (-1,8 miliardi rispetto all’anno precedente).
Nel quadriennio precedente, al contrario, per il traffico di stupefacenti si era registrato un incremento medio annuo del 2,1% per il valore aggiunto e del 2,6% per i consumi, riconducibile soprattutto alla dinamica dei prezzi.
Nello stesso periodo anche la decrescita dei servizi di prostituzione è stata rilevante. Nel 2020 il valore aggiunto e i consumi finali sono diminuiti rispettivamente del 15,3% e del 16,3% (attestandosi a 3,5 e 4,0 miliardi di euro).
Considerando l’insieme delle attività illegale, il contrabbando di sigarette nel 2020 rappresenta una quota del 3,7% del valore aggiunto (0,6 miliardi di euro) e del 4,3% dei consumi delle famiglie (0,8 miliardi di euro).
Nel periodo 2017-2020, l’indotto connesso alle attività illegali, principalmente riferibile al settore dei trasporti e del magazzinaggio, è diminuito: il valore aggiunto si è attestato a 1,2 miliardi da 1,3 miliardi. Anche in questo caso la diminuzione è concentrata nel 2020 (-170 milioni rispetto al 2019).
FIGURA 6. PRINCIPALI AGGREGATI ECONOMICI PER TIPOLOGIA DI ATTIVITA’ ILLEGALE Anni 2017-2020, miliardi di euro
Glossario Attività economica: Attività economica: attività di produzione di beni o servizi che ha luogo quando risorse quali lavoro, impianti e materie prime concorrono all’ottenimento di beni o alla prestazione di servizi. Un’attività economica è caratterizzata dall’uso di fattori della produzione, da un processo di produzione e da uno o più prodotti ottenuti (merci o prestazioni di servizi). Ai La contrazione è stata generalizzata per tutte le componenti dell’economia non osservata, afferma l’Istat: il valore aggiunto da sotto-dichiarazione è diminuito di 10,7 miliardi di euro rispetto al 2019, quello generato dall’impiego di lavoro irregolare di 14,6 miliardi, mentre le altre componenti hanno registrato un calo di 1,2 miliardi.
La componente legata alla sotto-dichiarazione vale 79,7 miliardi mentre quella connessa all’impiego di lavoro irregolare è pari a 62,4 miliardi. Nel complesso, i settori dove è più alto il peso del sommerso economico sono gli altri servizi alle persone, dove esso costituisce il 34,2% del valore aggiunto del comparto, il commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (22,1%) e le costruzioni (19,3%).
Il valore aggiunto generato dall’impiego di lavoro irregolare ha una maggiore incidenza negli altri servizi alle persone (22,0% del valore aggiunto totale), dove è rilevante il peso del lavoro domestico. Nel settore primario il valore aggiunto sommerso, generato solo dalla componente di lavoro irregolare, rappresenta il 16,9% del totale del comparto agricolo.
La tendenza di calo del sommerso “è da ricondursi a una quasi generalizzata riduzione dell’impatto del sommerso economico nelle imprese individuali. In tale segmento produttivo, infatti, la componente di sotto-dichiarazione ha mostrato un’incidenza in calo di circa 10 punti percentuali, a fronte di una sostanziale stabilità riscontrata, invece, per le piccole e medie imprese”.
“Per quel che attiene al lavoro irregolare, infine, fra il 2019 e il 2020, si è registrata una riduzione del 25% del valore aggiunto generato dai lavoratori indipendenti irregolari (che incidono in maniera più rilevante sulle imprese di piccolissime dimensioni) e un calo di oltre il 15% di quello connesso all’impiego di dipendenti irregolari nelle imprese con meno di cinque addetti”.
tn