I giovani sono mediamente più istruiti ma circa 4 su 10 fanno un lavoro che non rispecchia la loro preparazione mentre la loro quota tra gli occupati è scesa in 10 anni dal 30,2% al 22%. E’ quanto emerge dal Rapporto annuale 2019 dell’Istat.
I giovani tra i 15 e i 34 anni, si legge nel Rapporto, sono “meno presenti tra gli occupati (dal 30,2% nel 2008 al 22% nel 2018) ma sempre più istruiti (i laureati 20- 34enni passano dal 16,3% nel 2008 al 22% nel 2018)”.
La quota di dipendenti a tempo indeterminato tra i giovani è scesa dal 61,4% del 2008 al 52,7% del 2018, mentre quella degli over 35 è aumentata di 1,1 punti attestandosi al 67,1%. Inoltre circa un terzo dei 15-34enni occupati nel 2018 ha un lavoro a tempo determinato (era il 19% nel 2008).
Lo studio si conferma l’investimento migliore per chi vuole trovare lavoro. L’Istat rileva che chi ha almeno la laurea “presenta nel 2018 un tasso di occupazione pari al 78,7 percento, valore superiore di oltre venti punti percentuali rispetto al tasso di occupazione totale (58,5 per cento) e di quasi 35 punti percentuali rispetto a chi possiede al massimo la licenza media”.
Anche qui però i giovani vivono situazioni più difficili: nel 2018 il 42,1% dei laureati 20-34enni occupati e non più in istruzione è interessato da mismatch (trovano un lavoro che richiede un titolo di studio inferiore) un livello superiore di più di dieci punti percentuali rispetto a quello della popolazione laureata adulta.
E.G.




























