Secondo quanto emerge dai dati Istat, migliora la soddisfazione degli italiani per la propria situazione economica e, nei primi mesi del 2015, prosegue la tendenza favorevole già riscontrata nel 2014. La percentuale di persone molto o abbastanza soddisfatte di questo aspetto è pari al 47,5%, quota nuovamente sui livelli del 2011. A crescere è soprattutto la percentuale di coloro che si dichiarano abbastanza soddisfatti (da 40,9% del 2014 a 44,6% del 2015).
La soddisfazione per la propria situazione economica cambia però molto nelle diverse aree geografiche del Paese. A dichiararsi molto o abbastanza soddisfatto è il 54,4% dei cittadini del Nord il 48,8% di quelli del Centro e il 37,3% dei residenti nel Mezzogiorno. Pur avendo livelli inferiori rispetto al Nord, il Mezzogiorno e il Centro sono le ripartizioni in cui l’aumento rispetto al 2014 è più consistente: le persone soddisfatte erano il 32,7% nel Mezzogiorno, il 44,4% nel Centro e il 51,1% nel Nord.
Nel 2015 continua a crescere, anche se a ritmi più bassi, la quota di famiglie che giudicano la propria situazione economica migliorata (5,0% contro 4,2% del 2014) o invariata rispetto all’anno precedente (52,3% rispetto a 48% del 2014). Il miglioramento coinvolge tutte le ripartizioni geografiche, ma è più consistente al Nord e nel Mezzogiorno. Le differenze territoriali tuttavia permangono: le famiglie del Nord e del Centro sono quelle che riportano più frequentemente una percezione positiva della situazione economica rispetto all’anno precedente.
La valutazione delle famiglie è, comunque, molto diversa in relazione alla condizione della persona di riferimento.
Dichiarano un miglioramento o una stabilità della situazione economica in misura superiore le famiglie in cui la persona di riferimento è un occupato (56,4%), soprattutto se dirigente, imprenditore o libero professionista (65,4%). La stessa percezione riguarda solo di un terzo delle famiglie in cui la persona di riferimento è in cerca di occupazione. Infine, tra le famiglie con persona di riferimento ritirata dal lavoro, poco più della metà dichiara un miglioramento o una stabilità della situazione economica.
Il giudizio delle famiglie sul livello di adeguatezza delle loro risorse economiche è speculare a quello della valutazione sulla propria situazione economica. Rispetto al 2014, è stabile sia la quota che ritiene tali risorse ottime sia quella che le giudicano assolutamente insufficienti; si registra tuttavia un aumento significativo della percentuale di famiglie che giudicano tali risorse adeguate (dal 52,5% al 55,7%) e una diminuzione altrettanto significativa della quota di famiglie che le ritiene scarse (dal 39,1% al 36,3%).
Le famiglie del Nord esprimono con maggior frequenza giudizi positivi sulle risorse economiche a loro disposizione: il 62,9% le ritiene ottime o adeguate contro il 48,1% di quelle del Mezzogiorno La percezione di un miglioramento è tuttavia evidente in tutte le ripartizioni. Soltanto il 50,3% delle famiglie di operai ed il 55,1% di quelle con a capo un lavoratore in proprio definisce le risorse economiche ottime o adeguate; tra le famiglie in cui la persona di riferimento è un dirigente, imprenditore o libero professionista, la percentuale sale al 74,7%.




























