Una piazza che è di tutti. Una piazza che urla “la Marelli non si tocca” e che invoca lo sciopero generale – sul primo punto Landini risponde “sono d’accordo, sul secondo glissa – .È la piazza di chi paga le tasse. Una piazza che vuole unire, che non si riduce a essere di sinistra o all’opposizione di questo governo. Noi siamo la m aggioranza del paese. È questo uno dei tanti messaggi lanciati dal segretario generale della Cgil, dal palco della manifestazione La via maestra a piazza San Giovanni a Roma.
“Sia chiaro a tutti, non ci fermer emo – ha detto Landini – non ci fermeremo e andremo avanti fino a quando gli obiettivi non li avremo raggiunti”. E gli obiettivi ai quali fa riferimento il numero uno della Cgil sono molto distanti dalle politiche del governo. Quello che la Cgil e le oltre 25
0 associazioni hanno portato inpiazza è un’idea diversa di paese. Un paese fondato sui valori della Costituzione, tradita più volte negli ultimi anni, e della solidarietà. Un paese che non deve temere l’invasione degli immigrati, che non c’è afferma il capo della Cgil dal palco, ma deve preoccuparsi dei 120mila giovani che ogni anno lo lasciano per sfuggire alla precarietà.Una via diversa da quella intrapresa dall’esecutivo Meloni.
Sul fronte lavoro, il leader della confederazione di Corso d’Italia rilancia l’introduzione del salario minimo legale, una soglia sotto la quale “nessuno possa essere pagato, perché “5-6 euro l’ora è una paga da fame. E’ inaccettabile”. E questo, ha continuato Landini, deve essere compito del governo he “anziché assumersi la responsabilità di convocare le parti sociali e dire cosa vuole fare sui contratti, sulla legge sulla rappresentanza, sul salario minimo, ha subappaltato il suo ruolo al Cnel”. Insomma la difesa dei redditi e delle pensioni sono delle priorità per il segretario generale. “E il governo, anziché agire con il fisco e la tassazione su profitti e le rendite, continua a tassare il lavoro dipendente e i pensionati e non combatte una evasione fiscale che tocca i 110 miliardi”.
Ma non solo salari e pensioni, anche il diritto alla salute e la tutela del Servizio sanitario nazionale e la sicurezza sui luoghi di lavoro trovano posto nell’agenda della Cgil. “Nella Nadef è previsto un taglio della spesa sanitaria per i prossimi anni, questa cosa non la possiamo accettare”, ha detto il segretario generale, ricordando come in Italia ci siano 4 milioni di persone che non si possono curare, con la spesa privata salita a 4 miliardi. E gli 80 lavoratori morti al mese è una strage che deve essere fermata con gli investimenti, sostiene il leader della Cgil.
Landini ha insisto sulla necessità di una svolta per cambiare, di uscire dalla rassegnazione e non subire politiche sbagliate, che invece di unire, accrescono le diseguaglianze. Il messaggio della Cgil è che chi tiene in piede questo paese con il lavoro sia messo nelle condizioni di essere ascoltato, diventi protagonista di questo cambiamento e che non sia quello che deve pagare un prezzo. Perché, ha continuato Landini, la meta degli elettori non va a votare, e questo solleva un grande tema di rappresentanza sul quale deve riflettere non solo la politica, ma anche lo stesso sindacato.
“Per quello che ci riguarda nei prossimi giorni, visto che il governo deve fare la legge di bilancio, proporremo a Cisl e Uil a fronte delle assenze che già vediamo nella manovra di proseguire quella mobilitazione, unitariamente, che abbiamo fatto a maggio e per quello che ci riguarda oggi è il momento di farle”, ha affermato il leader della Cgil.
Tommaso Nutarelli