La formazione “giusta” per l’industria 4.0
La formazione da sola non crea posti di lavoro né crescita di fatturato ma, nell’industria 4.0, ne è però condizione necessaria e determinante.
E’ quello che risulta, dati alla mano, dall’indagine condotta dai soggetti attuatori sugli esiti di 13 piani formativi nel settore metalmeccanico, su indicazione delle parti sociali , realizzati tra marzo 2015 e lo stesso mese del 2016 e che verranno presentati il prossimo 17 marzo alle ore 10 presso il Grand Hotel Palatino, Sala Plenaria, via Cavour 213M, nel corso del convegno dal titolo: “La formazione professionale utile e usabile per la competitività nell’industry 4.0” a cui parteciperanno, il Direttore Generale di Federmeccanica, Stefano Franchi, il Segretario Generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, il vicepresidente di Fondimpresa, Paolo Carcassi e il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.
L’indagine propone, per la prima volta nel settore, un quadro organizzato con dati sugli effetti della formazione finanziata dalle parti ed elementi sul livello del dialogo sociale. Nel dettaglio lo studio riguarda 13 piani formativi a cui hanno partecipato oltre 960 aziende e 6.000 lavoratori in 19 regioni italiane, con un valore complessivo di 5,7 milioni di euro, e sono stati finanziati da Fondimpresa, il Fondo per la formazione continua di Confindustria Cgil, Cisl e Uil, con l’Avviso 4/2014, che ha dedicato ben 49 milioni di euro a progetti formativi finalizzati ad accrescere la competitività aziendale.
Dati fortemente significativi anche in rapporto al rinnovo contrattuale per il settore metalmeccanico in discussione e alle proposte per la regolamentazione dello smart -working, al ruolo ed efficacia dei Fondi interprofessionali e alla recentissima ipotesi di contratto integrativo per Finmeccanica One.