“Sicuramente c`è questo dato complessivo come numero, di più occupati, ma se andiamo a vedere la qualità e i contenuti scopriamo che più occupazione non vuol dire più posti di lavoro, sia perché quello che è successo e che con il blocco dei pensionamenti che c`è stato non ci sono quelle uscite che dovrebbero esserci, quindi più gente deve stare a lavorare. Secondo, se andiamo a vedere i dati vediamo che sono aumentati anche i cosiddetti innativi, cioè quelli che non cercano più lavoro e non hanno più motivazione. E poi siamo di fronte al dato che continua a rimanere una disoccupazione giovanile altissima, mentre siamo un paese che ha 120.000 giovani che ogni anno che se ne vanno via”. Lo ha affermato ieri il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini a “In altre parole domenica” su la7.
“E poi continuano ad aumentare i contratti a termine, i part time involontari e le forme di lavoro precario. Quindi c`è anche un problema di qualità del lavoro – ha aggiunto -. Il punto che io vedo è che in molti casi siamo anche di fronte a una interruzione: entrano pochi giovani e quello che si è interrotto è anche la trasmissione di esperienze, di conoscenze. Stiamo disperdendo tantissime conoscenze perché non c`è questo passaggio”.
E.G.