“Siamo assolutamente disponibili a una trattativa vera con il gruppo Fiat” e continuare a produrre “é possibile applicando i contratti e le leggi che esistono. Questo é un atto di modernità vero”. Lo ha detto il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, nel corso di una conferenza stampa. “Ribadiamo – ha detto riferendosi alla vicenda dei tre operai Fiat di Melfi licenziati dall’azienda per cui la magistratura ha deciso il reintegro – l’importanza che le leggi siano rispettate, chi sta commettendo un reato oggi é la Fiat che paga i lavoratori senza farli lavorare”. Per Landini non é modernità l’idea che sia possibile non applicare le leggi, che si possa licenziare un lavoratore dalla sera alla mattina. La manifestazione del 16 ottobre prossimo, ha ricordato, porterà il messaggio che “il lavoro é un bene comune ed é interesse generale del Paese difendere il lavoro. Chi sostiene che per uscire dalla crisi sia necessario ridurre diritti e salari sbaglia, questo é il modo di arretrare”.
“Se é possibile derogare al contratto nazionale vuol dire che non c’é più un contratto nazionale nel nostro Paese”, ha detto il leader della Fiom in risposta all’intervista del presidente di Federmeccanica, Pier Luigi Ceccardi, in cui si parla dell’introduzione della completa derogabilità del contratto. Questo, per Landini, porterebbe “all’imbarbarimento sociale”. Il contratto nazionale del metalmeccanici “é in vigore dal 2008 fino al 2011, non prevede deroghe e la Fiom non ha nessuna intenzione di disdettare il contratto del 2008”. Se la Giunta di Federmeccanica prevista per il 7 settembre dovesse votare la completa derogabilità al contratto e quindi disdettarlo, “siamo pronti ad aprire la fase giuridica e legale per difendere l’intesa del 2008”, ha detto ancora Landini. “Abbiamo intenzione – ha proseguito – di chiedere poi il mandato ai lavoratori per presentare una nuova piattaforma per un nuovo contratto nazionale”. In questo caso, ha precisato Landini, “scatterebbe l’ultrattività del contratto in vigore”. (FRN)
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