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L’artigianato sta scomparendo, in un anno -300mila attività

redazione
Aprile03/ 2023

L’Italia è alle prese con una vera e propria emorragia di di artigiani. Negli ultimi 10 anni, infatti, il numero dei titolari, dei soci e dei collaboratori artigiani iscritti all’Inps è crollato di 281.9251 unità concentrati in particolar modo, nel settore dell’artigianato tradizionale. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA, l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre. Il dato, precisa l’ufficio studi, è relativo al 2021 e anche se rispetto all’annus horribilis 2020, si rileva una leggera ripresa del numero degli artigiani, essa risulta ancora del tutto insufficiente a ritornare al livello pre Covid.

Alla base di questa corposa contrazione vi sono numerosi fattori, in particolare il rialzo degli affitti, delle tasse, l’insufficiente ricambio generazionale, la contrazione del volume d’affari provocato dalla concorrenza della grande distribuzione e, da qualche anno, anche dal commercio elettronico.

Saracinesche abbassate soprattutto nelle periferie e nei centri storici delle città: “Queste micro attività – aggiunge CGIA – conservano l’identità di una comunità e sono uno straordinario presidio in grado di rafforzare la coesione sociale di un territorio. Insomma, con meno botteghe e negozi di vicinato, diminuiscono i luoghi di socializzazione a dimensione d’uomo e tutto si ingrigisce, rendendo meno vivibili e più insicure le zone urbane che subiscono queste chiusure, penalizzando soprattutto gli anziani”. Il crollo ha riguardato, in particolar modo, Teramo, Vercelli e Lucca. A livello nazionale, in controtendenza solo Napoli. Le province più colpite dalla riduzione del numero degli artigiani sono state Rovigo (-2.187 pari a una variazione del -22,2 per cento), Massa- Carrara (-1.840 pari a -23 per cento), Teramo (-2.989 pari a -24,7 per cento), Vercelli (-1.734 pari a -24,9 per cento) e Lucca (-4.945 pari a -25,4 per cento). Delle 103 province monitorate in questo ultimo decennio, solo Napoli ha registrato una variazione positiva (+58 pari al +0,2 per cento).

“Sono molti i mestieri artigiani in via di estinzione – continua CGIA – e le cause che hanno provocato questa situazione sono molteplici: innanzitutto sono cambiati i comportamenti d’acquisto dei consumatori, dopodiché le nuove tecnologie hanno spinto fuori mercato tante attività manuali e la cultura dell’usa e getta ha avuto il sopravvento su tutte le altre, penalizzando, in particolar modo, coloro che del riuso e della riparazione di oggetti e attrezzature ne avevano fatto una professione. In controtendenza, invece, i settori artigiani che stanno vivendo una fase di espansione importante sono quelli delle aree appartenenti al benessere e all’informatica”.

Secondo l’Ufficio studi della CGIA, “non è da escludere che per evitare la desertificazione delle botteghe in atto soprattutto nei centri storici, fra qualche decennio lo Stato dovrà sostenere con finanziamenti diretti coloro che vorranno aprire una attività artigianale o commerciale. Altrimenti sarà molto difficile che qualcuno avvii una piccola realtà spontaneamente. Prima di arrivare a questo punto di non ritorno, l’artigianato andrebbe tutelato, così come previsto dall’Articolo 45 della Costituzione”.

e.m.

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