I lavoratori di tutti gli stabilimenti Ilva sono scesi in piazza per una mobilitazione proclamata dai sindacati di categoria Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil per protestare contro il piano di esuberi presentato da Am Investco Italy. Dai primi dati forniti dai sindacati, l’adesione a Taranto, Genova, Novi Ligure, è totale.
A Genova dopo una breve assemblea davanti ai cancelli della fabbrica, i lavoratori stanno sfilando per le strade del ponente cittadino. Il corteo, a cui partecipano anche rappresentanti delle istituzioni, lavoratori del porto e delle altre fabbriche genovesi, è diretto verso la prefettura del capoluogo ligure.
Secondo il piano di rilancio dell’Ilva reso noto lo scorso venerdì dalla cordata Am InvestCo e dai commissari straordinari, i lavoratori in esubero sarebbero almeno 4000. Sono solo 9.930 i dipendenti dell’Ilva che la cordata intende impiegare per il rilancio del gruppo siderurgico. La cifra è indicata in una lettera che la nuova proprietà ha inviato venerdì ai sindacati in vista dell’incontro di oggi al Mise.
“Le suddette allocazioni – si legge nel testo – sono soggetti a leggeri aggiustamenti tenendo fermo il numero complessivo di 10.000 lavoratori”. Gli esuberi, almeno secondo le prime assicurazioni fornite dal governo, dovrebbero essere impiegati nelle attività di ambientalizzazione del sito di Taranto gestito dall’Amministrazione Straordinaria.
Per il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, i lavoratori “hanno ben compreso che le basi su cui si articola il piano industriale vanno radicalmente modificate, continuiamo a ribadire, come in tutti questi anni, che è possibile modificare il Piano affinché si rilanci la produzione dell’acciaio, si salvaguardi l’ambiente e si escludano licenziamenti”.
“In questi anni troppo tempo perso e tante incertezze hanno pregiudicato le condizioni di partenza di questa trattativa – continua Bnetivogli -. AMInvestCo deve sapere che queste sono le nostre condizioni per andare verso un’intesa su cui anche il governo deve fare la sua parte in maniera attiva.”
E. M.


























