Fim, Fiom e Uilm del Lazio dichiarano, e sostengono, fin da ora, ogni possibile azione di mobilitazione e contrasto per impedire che l’esercizio di questa scelta costringa lavoratrici e lavoratori di attività non strettamente indispensabili a dover continuare a recarsi al lavoro.
Ribadiamo che tutte le attività non essenziali debbono essere sospese e rinviate al rientro dell’emergenza e che quelle non rinviabili o di emergenza, devono vedere i lavoratori dotati di tutti i dispositivi di protezione per operare nella massima sicurezza.
L’elenco delle aziende essenziali deve ricomprendere solo quelle attività strettamente necessarie e indispensabili per il funzionamento del Paese e non deve lasciare margini di interpretazione e discrezionalità:
Le aziende che svolgono attività non essenziali devono chiudere e i loro dipendenti devono poter stare a casa!
Per questo, nelle aziende appartenenti ai settori che non rispondono alle caratteristiche di attività essenziali e, in ogni caso, in tutti quei luoghi di lavoro dove non ricorrano le condizioni di sicurezza definite nel Protocollo condiviso del 14 marzo 2020, a partire dal 23 marzo 2020, si agirà con lo sciopero già dichiarato dalla categoria a livello nazionale il 20 marzo scorso.
Fim Fiom Uilm del lazio comunicano inoltre che in assenza di misure concrete per la messa in sicurezza dei lavoratori proclameranno per il 25 marzo p.v. sciopero generale della categori.
TN