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L’estinzione dei navigator

Tommaso Nutarelli
Novembre12/ 2021

La legge di bilancio 2022 pone la parola fine all’era dei navigator. Le 2.500 “figlie e figli” del professore venuto dal Mississippi tornano a casa e, chi li ha osservati, chi ha scritto di loro in questi due anni e poco più non sempre non ne ha compreso appieno il lavoro e il contesto nel quale sono stati chiamati a operare. Abbiamo pensato che in questo limitato arco di tempo i navigator potessero far fioccare sulla testa dei beneficiari del reddito di cittadinanza montagne di offerte di lavoro in realtà depresse dal punto di vista sociale ed economico. Non sono state dunque dette le differenze territoriali dove hanno agito i navigator, ricordandoci sempre che le politiche attive sono gestite dalle singole regioni, ciascuna delle quali con un sistema informatico indipendente e incapace di dialogare con quello delle altre sorelle. Troppo poco si è parlato, dettagliatamente, della platea dei percettori, molti dei quali difficilmente occupabili nell’immediato per la bassa scolarizzazione, le scarse, se non nulle, competenze informatiche e digitali, difficoltà con l’italiano per gli stranieri e la prolungata assenza dal mercato del lavoro. A tutto questo si deve aggiungere lo stop imposto dalla pandemia.

Insomma si riparte da zero, facendo a meno di persone selezionate e formate, affidandosi alle agenzie private. E allora è giusto chiederci: saranno in grado di trovare lavoro a un cinquantenne con la licenza elementare che ha prevalentemente svolto lavori a nero?

Chiariamoci subito. Non stiamo dicendo che nelle agenzie private non ci siano professionisti capaci e preparati, né che il pubblico sia necessariamente migliore del privato. Certo si tratta dell’ennesima bocciatura della gestione e dell’implementazione delle politiche attive da parte dello stato, e questo non dovrebbe far esultare persino i detrattori del reddito di cittadinanza. La misura simbolo dei Cinquestelle ha sicuramente bisogno di qualche aggiustata, anche per le eccessive aspettative che gli accoliti di Grillo vi avevano riversato sopra. L’affaccio dal balcone di palazzo Chigi dei grillini che proclamavano l’abolizione della povertà, gli insuccessi della visione del lavoro pentastellato, la gestione scellerata di Anpal da parte di Mimmo Parisi, hanno gettato un cono d’ombra sui navigator. Altro capitolo aperto è quello dei furbetti del reddito. Nel 2020 le indagini della guardia di finanza hanno scoperto poco più di 3.500 evasori totali, per un danno alle casse dello stato di 50 milioni di euro. Si tratta di un crimine odioso, che non solo sottrae denari alla collettività ma soprattutto agli indigenti. Ma non per questo la misura deve essere abolita tout court. C’è sempre stato chi ha riscosso indebitamente la pensione di invalidità, ma non per questo deve essere cancellata. Non si chiudono le strade perché c’è chi non rispetta le norme di guida.

Alla fine dobbiamo chiederci che cosa ci aspettavamo dai navigator. Che in poco più di due anni risolvessero le decennali carenze dei centri per l’impiego regionali, sotto finanziati e sotto organico, capaci di intercettare poco più del 2% della domanda di lavoro?

Tommaso Nutarelli

Tommaso Nutarelli

Redattore de Il diario del lavoro.