Il IX delle politiche abitative della Uil riporta i dati sugli sfratti relativi all’anno 2016. Guglielmo Loy, segretario confederale UIL illustra “come la mancanza di un quadro giuridico-legale completo e al passo con i tempi, oltre che l’assenza prolungata di interventi strutturali e di un indirizzo condiviso delle politiche per la casa, abbia influito in modo preoccupante sul fenomeno del disagio abitativo nel nostro Paese e, come la crisi economica, continui a porre in grave difficoltà le famiglie italiane nell’ottemperare al pagamento dei canoni di affitto.”
L’analisi dei dati relativi al “Rapporto Immobiliare 2017” dell’Agenzia delle Entrate, in rapporto ai dati del MEF inerente i redditi 2015, mostra come la media nazionale per il costo delle locazioni a canone libero sia stata pari a 605 euro mensili, con un’incidenza media sul reddito da lavoro dipendente del 35,2 %, sul reddito da pensione del 43% e sul reddito da lavoro autonomo del 18,9%.
Per le locazioni a canone concordato, si legge in una nota stampa, l’importo medio nell’anno è stato di 575 euro mensili, con un’incidenza (sempre in media) sul reddito da lavoro dipendente del 33,4%, sul reddito da pensione del 40,8% e sul reddito da lavoro autonomo del 18%.
Pur avendo registrato una lieve diminuzione del 4,6% rispetto all’anno precedente, in Italia i provvedimenti esecutivi di rilascio di immobili ad uso abitativo sono stati 61.718, ma di essi ben 54.829 sono dovuti a morosità o altra causa (l’88,8% a fronte dell’88,2% del 2015).
Rispetto all’anno precedente, sono aumentate del 3,2% le richieste di esecuzione di sfratto che ammontano, nel 2016, a 158.720, mentre gli sfratti eseguiti sono stati 35.336 con un aumento dell’8% rispetto al precedente anno.
In testa alle classifiche, secondo il rapporto della Uil la città di Roma con 5580 sfratti eseguiti solo nell’anno 2016. A seguire Torino, Napoli e Milano. La causa principale è la morosità.
“Lo studio evidenzia come le morosità – osserva Loy – rappresentino quasi l’88% dei provvedimenti emessi, segno inequivocabile che i redditi da lavoro e da pensione, per una quota sempre maggiore di famiglie colpite dalla crisi, non sono spesso sufficienti per affrontare le spese dell’abitazione, con costi al limite della sostenibilità economica. La questione abitativa, incide direttamente e indirettamente sulla coesione sociale e sulla stessa vivibilità soprattutto nelle grandi aree urbane con un impatto complessivo sullo stesso sviluppo delle città e sulla crescita del paese. Si pensi, ad esempio, come la ricerca di abitazioni a prezzi compatibili ‘spinga’ molti nuclei familiari e scegliere zone periferiche o extra-urbane e quale incidenza ha questo fenomeno sulle infrastrutture e sulla stessa funzionalità di un sistema di trasporto pubblico in molte realtà in forte sofferenza. Da sempre, la UIL ritiene – conclude Guglielmo Loy – che occorre mettere al centro delle scelte politiche la questione ‘emergenza abitativa’, garantendo un alloggio alle famiglie soggette a sfratto, tenendo conto delle condizioni reali del reddito, costruire e recuperare alloggi da immettere sul mercato delle locazioni a canone sostenibile, compatibile con le capacità di spesa di coloro che hanno necessità di abitazioni in affitto ma, fino ad ora, la risposta è stata solo un ‘silenzio assordante’.”