E’ stato convocato per oggi lo sciopero di otto ore dei lavoratori del gruppo Eni e una manifestazione nazionale a Roma a difesa del futuro della chimica e per il rilancio delle attività industriali del “cane a sei zampe” in Italia. I sindacati saranno ricevuti oggi a Palazzo Chigi alle 14.30 dal sottosegretario alla presidenza del consiglio, Claudio De Vincenti.
Secondo i sindacati di categoria, Filctem, Femca e Uiltec, ci sarebbe un piano di alleggerimento di Eni che riguarda Saipem, Versalis e il comparto retail di Gas & Power. I sindacati richiamano Eni a un comportamento responsabile, ad attuare gli investimenti previsti dal piano e al suo ruolo di attore fondamentale dell’industria italiana. Si dicono contrari a un’operazione “avventurosa” e “rischiosa” come quella che vedrebbe la chimica italiana in mano a un fondo americano, SK Capital, considerato dai sindacati un interlocutore non credibile.
“E’ una vertenza infinita – ha detto Camusso – che ci vede nelle piazze da molti mesi a rivendicare il cambiamento delle prospettive, anche per i silenzi del Governo che in tutti questi mesi non ha espresso opinioni e non è intervenuto esercitando il ruolo che dovrebbe esercitare, visto che stiamo parlando di una grande azienda italiana partecipata le cui scelte industriali sono fondamentali per il Paese”.
Il leader della Cgil ha ribadito la “preoccupazione” dei lavoratori perché “è in corso una trasformazione che abbandona le attività industriali in Italia. Siamo costernati per il fatto che Eni stia trattando con un’azienda (SK Capital) che è nota per essere una società di scarsa credibilità, che ha la sua base in un paradiso fiscale. Questo non suscita alcuna riflessione nel Governo, mentre nel mondo è aperta una discussione sui paradisi fiscali. Pensiamo che il nostro Paese non possa fare a meno della chimica. La scelta dell’Eni – ha concluso Camusso – fa perdere la chimica e soprattutto la prospettiva di trasformazione dalla chimica di base in chimica verde”.
“Nella vicenda Eni-Versalis il Governo non faccia da spettatore, prendendosi solo i dividendi mentre l’industria italiana va al disastro, anche perché non sarebbe un bello spettacolo”. Lo dichiara il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, “non si può svendere un patrimonio come quello della chimica – aggiunge – in alcune realtà territoriali siamo riusciti a evitare un disimpegno di aziende straniere multinazionali: sarebbe assurdo se non si riuscisse a evitare il disimpegno in questo caso in cui ad essere coinvolta è una grande e strategica azienda italiana come l’Eni”.
“E’ positivo che il Governo – ha dichiarato, invece, il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan – abbia dato un primo segnale, dopo mesi di silenzio, convocando i sindacati di categoria sulla vertenza Eni -Saipem che vede oggi i lavoratori in sciopero per difendere l’occupazione, l’innovazione e la ricerca nei siti e nei territori in cui esiste una presenza industriale consolidata dell’Eni in Italia.”
“Siamo accanto alle lavoratrici ed ai lavoratori del gruppo Eni e Saipem e condividiamo le preoccupazione della categoria sul futuro del settore chimico nel nostro paese. Ecco perchè – ha conlcuso Furlan – speriamo che il Governo scenda in campo davvero per difendere la chimica italiana ed il futuro industriale del nostro paese, cogliendo le ragioni della protesta ma anche le proposte concrete del sindacato, aprendo un confronto serio sulla delicata fase di transizione verso la chimica verde e sul rispetto degli accordi sottoscritti con l’Eni sugli investimenti.”