La legge di Bilancio cade in un momento particolare: da un lato, l’indebolimento dell’economia, da cui le cooperative non sono esenti, pur non risentendo complessivamente di un ciclo negativo; dall’altro, l’avvio delle nuove regole di finanza europee, che inducono comprensibilmente il Governo a scelte di finanza prudenziali. Lo dicono i rappresentanti di Confcooperative, Legacoop e Agci intervenuti a palazzo Chigi
I problemi per le cooperative restano: tassi in discesa troppo lenta, livello dei prezzi e dei costi fissi ancora alto, alto costo dell’energia rispetto ai competitor europei, carenza della manodopera, prospettiva di crescita futura, cui la manovra può offrire solo alcune risposte.
Infatti sono positive le misure di sostegno ai lavoratori, in particolare per i redditi medio-bassi e la tassazione agevolata al 5% per i premi di produttività. Auspichiamo, però, l’introduzione di un meccanismo di detassazione degli aumenti contrattuali e una maggiore attenzione per le cooperative costituite dagli ex lavoratori delle aziende (workers buyout).
Sono positive le misure sul rifinanziamento della Nuova Sabatini e le proroghe credito d’imposta ZES, ma sono necessarie più risorse. Riteniamo, inoltre, che le risorse per il Mezzogiorno debbano essere maggiormente orientate al potenziamento del welfare e alle aree interne.
Positivi gli stanziamenti nel sociale e l’accoglimento delle nostre richieste sul servizio civile universale. Mentre sul settore sanitario continua ad esser trascurata la sanità di territorio.
Siamo preoccupati per la riduzione dei finanziamenti agli enti locali, che potrebbero produrre effetti negativi sulla quantità e la qualità dei servizi pubblici sul territorio. Chiediamo con forza la revisione dei prezzi nei contratti pubblici e l’aggiornamento delle tariffe, in particolar modo nei settori in cui ci sono stati rinnovi contrattuali che hanno prodotto aumenti a due cifre, come nel caso della cooperazione sociale.
Si esprime forte preoccupazione per la mancata cancellazione della sugar tax che rischia di colpire un settore caratteristico del made in Italy, senza un prevedibile effetto positivo per la salute pubblica (come dimostrano i dati relativi ad altri Paesi). È inoltre necessario rifinanziare il Fondo per la sovranità alimentare, nonché destinare risorse aggiuntive per le emergenze in agricoltura e la messa in sicurezza del territorio.
Siamo favorevoli ai principi della riforma fiscale, ma chiediamo efficaci misure compensative per la soppressione dell’ACE che ha effetti significativi su tutte le imprese e, in particolare, sulle cooperative.
Segnaliamo infine l’inadeguatezza degli indici sintetici di affidabilità (ISA) rispetto ai regimi fiscali delle cooperative. La costruzione degli attuali modelli non ha considerato lo scopo mutualistico e sociale, non consentendo alle cooperative neppure l’accesso al Concordato preventivo biennale: il decreto annunciato dal Governo potrebbe essere l’occasione per risolvere una volta e per sempre i problemi sollevati.