Di fronte al rischio recessione e all’aggravarsi delle condizioni del Paese, il disegno di legge di bilancio “non risponde alle esigenze, è di corto, anzi cortissimo respiro, soprattutto per quanto riguarda le misure contro il caro energia che scadono alla fine di marzo 2023”. Sono invece necessari “interventi strutturali” per abbassare il costo dell’energia. Questo il giudizio della Cgil sulla manovra, esposto dalla vice segretaria generale, Gianna Fracassi nell’audizione presso le Commissioni bilancio di Camera e Senato.
Netto il giudizio negativo sul superamento del Reddito di cittadinanza. “E’ l’unico strumento di contrasto alla povertà, è migliorabile ma non è possibile pensare di cancellarlo”. La Cgil sostiene inoltre che le misure fiscali e i voucher “peggiorano le condizioni” dei lavoratori. Le misure fiscali, ha detto Fracassi “sono un simbolo ma non servono al Paese. I sindacati hanno sempre chiesto una riforma complessiva del sistema, non interventi a pezzi che non ci convincono”. La flat tax, secondo la Cgil “è sbagliata anche per le imprese, perchè non aiuta a superare il nanismo”. La norma sugli extraprofitti sull’energia, così come è stata formulata “produce effetti minimali, solo 2,5 miliardi contro gli 11 miliardi” che si sarebbero potuti ottenere. Su questo tema “si doveva essere più coraggiosi e non più prudenti”. La Cgl chiede inoltre al Parlamento di cancellare le misure di sanatoria fiscale che “sono condoni”. Sui salari, spiega la Cgil, sarebbe opportuno “aumentare la decontribuzioni e accompagnarla da misure di fiscal drag”.
Un “giudizio articolato” esprime la Cisl sui contenuti della manovra all’esame della Camera. Il segretario confederale Ignazio Ganga, che ha svolto l’audizione nella Commissioni bilancio di Camera e Senato, ha spiegato che la manovra “contiene misure importanti per fronteggiare l’emergenza a sostengo di lavoratori, famiglie e sistema produttivo, ma risulta ancora debole e insufficiente sul versante espansivo, per gli investimenti rivolti a occupazione, infrastrutture, strategie industriali ed energetiche, nel rilancio della sanità e dei servizi pubblici, nella capacità di progettare una nuova politica dei redditi e di mettere in campo riforme strutturali”.
Secondo la Cisl, le misure per fronteggiare l’emergenza dovrebbero essere collegate “a una visione di sviluppo qualificata nelle infrastrutture materiali, digitali e sociali, nella crescita, nella ripartenza qualitativa e quantitativa dell’occupazione produttiva”. E per questo cosidera “necessario” integrare le risorse anche “prendendo in considerazione un nuovo scostamento di bilancio e facendo riferimento a fondi inutilizzati nazionali ed europei, incrementando e rendendo esigibile il prelievo sulla speculazione e sugli extraprofitti da estendere anche giganti della logistica e dell’economia digitale. In particolare, per la sanità la Cisl chiede di tornare a valutare l’utilizzo del Mes sanitario. È inoltre essenziale un’azione incisiva per la lotta all’evasione fiscale”.
Per la Uil il disegno di legge di bilancio è “lontano dalla necessità del Paese”, le misure sono “timide e poco efficaci”, mancano le risposte necessarie a sostenre i redditi dei lavoratori, dei pensionati e delle famiglie per sostenere a crescita economica e evitare che l’Italia vada in recessione”. Lo ha affermato il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, nell’audizione nelle Commissioni bilancio di Camera e Senato.
Per sostenere i redditi la Uil chiede “un taglio più marcato del cuneo fiscale, la detassazione delle tredicesime, degli aumenti contrattuali e di quelli contenuti negli accordi di secondo livello” “Fortemente critica” è la Uil sulle misure fiscali, laflat tax è “iniqua, contraria ai principi d progressività” e l’estensione a 85.000 euro della soglia di reddito “farà gravare ancora di più sulle spalle dei dipendenti e dei pensionati il carico dell’Irpef”.
Quanto al Reddito di cittadinanza, precisa Proietti “va modificato ma è sbagliato abolirlo”. In tema previdenziale la Uil considera “iniquo” il blocco della rivalutazione e quota 103 “risponde in minima parte alle legittime aspettative dei lavoratori precoci”. Per potenziare e novare la sanità, la Uil ritiene utile “accedere alle risorse del Mes”. Infine il sidacato segnala una “grave assenza”, le misure per il Mezzogiorno “ecessarie a ridurre drasticamente il divario con il resto del Paese”.
E.G.