“Nella nuova Legge di bilancio lo strumento della Zes rimane un’occasione mancata. Servono più risorse, un sistema di agevolazione fiscale più chiaro ed efficiente, ma soprattutto maggiore strutturalità degli interventi, per un reale ed equo sviluppo del Mezzogiorno e dell’intero Paese”. E’ il giudizio del segretario confederale della Uil, Santo Biondo.
“La creazione di una Zes Unica ha rappresentato un significativo salto di qualità, ma – ha rimarcato Biondo – si tratta ancora di uno strumento a ‘scartamento ridotto’. Persiste, ad esempio, il problema dell’accesso diseguale ai fondi dovuto alla complessità della compliance normativa richiesta, insostenibile per le imprese più piccole. La soluzione è, quindi, disboscare la fitta giungla di sgravi e misure oggi previste. Nelle Zes polacche, ad esempio – ha spiegato Biondo – proprio un sistema di agevolazioni più chiaro e meno articolato, in vent’anni di operatività, ha attratto ben 170 miliardi di investimenti diretti. Ciò è stato possibile anche grazie a una maggiore strutturalità delle misure che nella Zes italiana, invece, manca. Se la Polonia ha puntato su un sistema di investimenti pluriennali, l’Italia continua a rivedere annualmente l’allocazione delle risorse, impedendo di realizzare interventi di ampio respiro e, dunque, realmente efficaci”.
Secondo il sindacalista della Uil, “la Zes non deve essere un’eccezione fiscale, ma un motore strutturale di rilancio che combini fiscalità agevolata e visione strategica. Solo così si potrà innescare un percorso di crescita sostenibile, in cui lo sviluppo industriale vada di pari passo con il lavoro di qualità e la tenuta del tessuto sociale”.



























