Il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, ha convocato per domani, mercoledì 15 ottobre, un tavolo urgente sul comparto moda e tutela del Made in Italy. Saranno il presidente di Confindustria Moda, Luca Sburlati, il presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, Carlo Capasa, il presidente di Fondazione Altagamma, Matteo Lunelli, e i presidenti di Confartigianato Moda e di Cna Moda. Grandi assenti i sindacati di categoria Filctem, Femca e Uiltec, che non hanno atteso per rivendicare il proprio ruolo. Innanzitutto sottolineando di aver appreso della convocazione tramite organi stampa e, successivamente, ricordando che “unitariamente come OO.SS., da sempre avanziamo proposte specifiche per rafforzare i modelli gestionali ed organizzativi delle imprese committenti, per ridurre i livelli di subappalto e subforniture che aumentano i rischi di zone grigie, di lavoro irregolare e di dumping contrattuale, per introdurre strumenti che prevengano forme di irregolarità”. Posizione, tra l’altro, ribadita anche in merito all’indagine della Procura di Milano sul caso Tod’s.
Per i sindacati resta centrale introdurre indicatori che evidenzino la giusta correlazione tra quantità e qualità dei prodotti, il numero minimo di ore lavoro, il rispetto del costo medio per tipologia di impresa e lavorazione, estendendo le forme di una coerente applicazione delle norme sulla responsabilità in solido anche ai casi di pluricommittenza. Questa e altre proposte di merito sono state consegnate al Ministero, da ultimo a fine luglio. “Siamo sempre stati e siamo disponibili a confrontarci nel merito con tutti, imprese ed istituzioni. Non sarebbe accettabile per parte sindacale, intraprendere strade diverse da quelle esposte, depotenziando strumenti fondamentali come la legge 231/01 sulla responsabilità di impresa, le norme sulle responsabilità in solido dei committenti o finanche gli strumenti previsti dall’articolo 603 Bis o dal Codice Antimafia”.
In sostanza, per Filctem, Femca e Uiltec il punto “è sconfiggere un modello che si basa sul rapporto bassi prezzi-meno diritti e valorizzare invece le tante imprese sane, committenti e lungo la filiera, che fanno della qualità, del rispetto di leggi e contratti, della salute e sicurezza il proprio modello di business. Come tutelare le imprese sane e le lavoratrici e i lavoratori è tema che riguarda le rappresentanze di entrambi”.
L’incontro di domani, spiega il Mimit, “servirà a definire le misure per la tutela della reputazione del Made in Italy e per contrastare l’invasione dei prodotti del fast fashion, oltre che a fare il punto sulle ulteriori iniziative in vista del Tavolo della Moda, già fissato per il prossimo 17 novembre”.