Dopo anni di “ristagno o contrazione della domanda”, nel 2014, tornano a crescere le vendite sul mercato interno. E’ quanto emerge dal “Rapporto sulla competitività dei settori produttivi” a cura dell’Istat.
La principale novità del 2014 “è rappresentata dal miglioramento delle vendite sul mercato interno dopo anni di ristagno o contrazione della domanda (+0,5% la variazione mediana, dopo il -3% in ciascun anno del periodo 2010-2013)”. Il fatturato realizzato in Italia è aumentato in 12 settori su 23, contro un solo caso nel periodo precedente.
In particolare, è tornato positivo per i beni strumentali (+0,9%), è risultato sostanzialmente stagnante – interrompendo la caduta del periodo precedente per i prodotti intermedi e di consumo non durevoli (+0,3% in entrambi i casi), ha subito una modesta riduzione nei settori dei beni di consumo durevoli (-0,9%), ha continuato a contrarsi per i prodotti energetici (-4,8%).
Pur in rallentamento, la componente estera ha continuato a presentare l’andamento più vivace della domanda manifatturiera: +1,6% la variazione mediana nel 2014, a fronte del +3,9% in ciascun anno del periodo 2010-2013. L’aumento del fatturato estero accomuna tutti i principali raggruppamenti di industria: +2,9% per i prodotti intermedi, +2,7 per i beni di consumo durevoli, +1,2 per i beni di consumo non durevoli, +1,1% per i beni strumentali. Pressoché stagnante (+0,2%) è invece l’export dei beni energetici, anche a causa del rallentamento del ciclo internazionale e della caduta dei corsi petroliferi nel 2014.
L’aumento di fatturato estero del 2013-2014 ha coinvolto soprattutto le imprese con propensione all’export bassa o media: tra quelle che esportano meno di un quarto del proprio fatturato, una impresa su due ha visto aumentare le proprie esportazioni di almeno l’1,2%, mentre la metà di quelle che esportano tra il 25 e il 50% del fatturato ha aumentato il valore dell’export di almeno il 4,2%.
Le imprese esportatrici presentano anche una migliore performance sul mercato nazionale. Nel 2014 il fatturato mediano delle unità che esportano oltre il 75% di fatturato è aumentato di oltre il 4%; quello delle classi di imprese a media propensione all’export (25-50% e 50-75% di fatturato esportato) è risultato in lieve crescita (+0,6%) o invariato, mentre è diminuito (-2,3%) quello delle imprese che esportano meno di un quarto di fatturato. La maggiore capacità di tenuta sui mercati interni da parte delle imprese esportatrici si osserva in quasi tutti i settori manifatturieri, a eccezione di abbigliamento, legno e mobili, elettronica/elettromedicale e farmaceutica.
Nei primi nove mesi del 2014 il fatturato mediano totale nei servizi alle imprese è diminuito dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2013, sebbene risulti in leggero miglioramento rispetto al 2010-2013 (-0,9% in ciascun anno). Solo in 7 comparti dei servizi sui 17 qui considerati una impresa su due ha registrato un incremento di fatturato (nel periodo 2010-13, i settori con un fatturato mediano in crescita erano 9).
Inoltre, il sistema produttivo italiano nel corso del 2014 ha mostrato segni di ripresa. Un’impresa manufatturiera su due, nei primi tre trimestri dell’anno, ha aumentato il proprio fatturato totale di almeno l’1%.
I segni di ripresa, si legge, “emergono chiaramente se si considerano anche le dinamiche individuali delle imprese, oltre che gli indicatori congiunturali aggregati. Nei primi tre trimestri dell`anno un`impresa manifatturiera su due (tra quelle con almeno 20 addetti) ha aumentato il proprio fatturato totale di almeno l`1% rispetto allo stesso periodo del 2013. Il miglioramento è evidente sia rispetto alla media annua del quadriennio 2010-2013 (quando un`impresa su due aveva registrato aumenti di fatturato di almeno lo 0,2% annuo) sia, soprattutto, rispetto al 2013 (-2,2% annuo sul 2012)”.
E.G.