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Newsletter – 24 gennaio 2020

redazione
Gennaio24/ 2020

Domenica ci attende, comunque vada a finire, una vera svolta. Sembra impossibile che l’elezione di un consiglio regionale diventi un dato così rilevante, ma questa è la realtà. Di Calabria non parla nessuno, ma il voto in Emilia-Romagna è nei fatti dirimente. Se l’attuale maggioranza che sorregge il Conte Bis perde è probabile che cada il governo, o comunque che si indebolisca a tal punto da non poter andare avanti a lungo. Se invece la coalizione che sostiene Bonaccini vince, avremo comunque un rimbalzo politico perché la coalizione si rafforzerebbe notevolmente, e potrebbe anche aspirare a chiudere la legislazione nel 2023, alla sua scadenza naturale.

Il paradosso è che, stando alle ultime proiezioni, quelle forse vere, che di solito si tengono celate, i due fronti sembrerebbero avere uguale forza. A dividerle sarebbero poche migliaia di voti, in pratica un quartiere di Bologna o poco più. Poi ci sono le ipotesi subordinate, tutte possibili. Come quella che vedrebbe Bonaccini, fortemente in testa sulla sua rivale, vincere, ma la sua coalizione non raggiungere il 50%. Sarebbe una iattura per lui, perché governare senza avere dietro la forza del consiglio regionale sarebbe impossibile, fatto sempre salvo l’arrivo di qualche soccorso esterno, qualche transfuga, qualche ripensamento dell’ultim’ora. Quello che appare certo è che la Borgonzoni difficilmente coglierà un vero successo, perché ad attirare voti è la Lega e il suo segretario, non certo la senatrice, scialba, priva di vero appeal.

Comunque sia, il gioco è fatto, 48 ore e sapremo cosa ci attende per il futuro prossimo e per quello meno prossimo. L’ipotesi della vittoria della Lega (e dei suoi alleati) spaventa a sinistra, al di là di quanto normalmente accada in una sconfitta elettorale locale. Spaventa perché sarebbe l’ennesima prova che ormai gli italiani votano con la pancia e non più con la testa. Bonaccini ha governato bene per cinque anni, anche i detrattori, i meno esagitati, lo ammettono. L’Emilia e la Romagna vivono un momento di grande affluenza, con un’economia che va a gonfie vele, un modello di vita che tutti invidiano o, chi è più buono, vorrebbe per sé. Per questo la sua sconfitta segnerebbe la fine del riformismo, inteso come la scelta di un buon governo.  Sarebbe la controprova che alla fine conta davvero solo la pancia, vale saper stuzzicare gli istinti peggiori, perché alla fine la scelta viene fatta su questi parametri non su quelli positivi, non sui valori che ci è stato insegnato di rispettare.

Del resto l’Italia ha già visto un progressivo e accelerato peggioramento dei rapporti umani, vincono sempre di più gli istinti peggiori, le scelte minimaliste, gli interessi di parte se non quelli personali, l’io contro tutti. Alle cose alte, il bene collettivo, il valore degli ideali, la ricerca del bene, a questo non ci pensa più nessuno. Non ho mai creduto alla banalità degli italiani brava gente, è sempre sembrata una cosa stucchevole, ma certo è che la solidarietà, la disponibilità verso gli altri, la generosità, sono state negli anni doti insite nel nostro profondo. Adesso questi valori non sono spariti, ma sono sbiaditi, si fatica a crederci ancora. La cosa migliore della attuale situazione politica è che ci ha aperto gli occhi su cosa ci sta capitando. Non ci sono rimedi pronti, medicine da mandar giù per tutto dimenticare. La traversata del deserto che comunque ci attende sarà lunga e non è nemmeno cominciata. Un risultato negativo per Bonaccini domenica potrebbe essere l’occasione per avviarla, ma comunque sarebbero dolori.

Ma anche l’ipotesi B, quella della vittoria del governatore uscente, non sarebbe indolore. Perché l’esecutivo si rafforzerebbe, questo è indubbio, ma tutti i problemi resterebbero intatti e dovrebbe comunque essere avviato un lavoro intenso per sciogliere i nodi, trovare le alleanze giuste. I due partiti della attuale maggioranza, il Pd e i 5Stelle, stanno vivendo un momento di grande confusione, non hanno una struttura solida, problemi che sarebbe necessario affrontare e risolvere. Il governo, in caso di vittoria in Emilia (ripeto, della Calabria non parla nessuno), potrebbe continuare nella strada che già ha intrapreso, per trovare un dialogo forte con le forze sociali. La posta in gioco a quel tavolo è molto grande, si tratta di rivedere la struttura della previdenza, e a questo bene o male ci siamo abituati, perché riforme previdenziali se ne sono fatte parecchie, ma soprattutto sarebbe questa l’occasione per rivedere nel profondo la struttura del nostro sistema fiscale e questo cambierebbe il rapporto con il fisco nel nostro paese. Con un accordo su questi temi la maggioranza avrebbe non solo maggiore forza, ma qualcosa in più, la titolarità a proseguire la sua azione di governo nei prossimi anni. Sarebbe un risultato fondamentale per il nostro paese. E proprio per questo appare strano, e forse anche un po’ ridicolo, se a decidere se questo salto di civiltà per il nostro paese debba essere il voto per un consiglio regionale, per quanto importante.

Massimo Mascini

 

 

Per i nostri lettori pubblichiamo qui di seguito una scelta delle notizie e degli interventi più significativi apparsi nel corso della settimana su ildiariodellavoro.it (Vai al sito per leggere il giornale completo, aggiornato quotidianamente dalla nostra redazione).

 

Contrattazione

Questa settimana è stata firmato l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale di Uniontessile-Confapi, con i sindacati di categoria Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil. L’accordo prevede un aumento medio di 80 euro. Sul fronte del welfare è previsto l’aumento dello 0,10% del contributo destinato alla previdenza integrativa. Sulla sanità confermato il versamento di 120 euro. Inoltre viene inserito il reshoring che prevede che le imprese in appalto dovranno applicare il contratto di loro pertinenza e le leggi sul lavoro. Nel comparto metalmeccanico è stato siglata l’ipotesi di accordo per il contratto integrativo Piaggio. Il documento prevede novità per quanto riguarda le relazioni industriali, l’organizzazione e l’orario di lavoro e il work-life balance. Sul versante economico, il massimo raggiungibile per il premio di risultato sarà di 3mila euro.  

Analisi

Alessandra Servidori spiega come il 28 gennaio la Commissione Europea dovrà approvare il regolamento dell’Istituzione del programma di sostegno alle riforme. Sarà una prova per la Ue, afferma Servidori, sulla base degli impegni assunti e come riuscirà a tener conto dell’eredità lasciata da Junker.  Ancora Servidori illustra l’agenda delle priorità indicate dalla presidenza croata per il semestre gennaio-luglio nel corso di una serie di audizioni.

Interviste

Nunzia Penelope ha intervistato Samuele Lodi, segretario generale della Fiom Emilia Romagna, che alla vigilia del voto ha diffuso un documento critico nei confronti di Bonaccini. Lodi afferma di essere consapevole della possibilità che il documento venga strumentalizzato politicamente, ma ribadisce l’autonomia e l’indipendenza della sua organizzazione e il diritto ad esprimersi anche sui temi politici.

 

La nota

Fernando Liuzzi fa il punto sulle prospettive di riforma del Mef per ridurre il cuneo fiscale, i cui primi effetti si dovrebbero vedere sulle buste paga solo da luglio. Uno scenario che, secondo Liuzzi, soddisfa il segretario della Cgil Maurizio Landini, che ha sottolineato il nesso tra la mobilitazione sindacale unitaria e questi primi risultati del confronto con l’Esecutivo.

Tommaso Nutarelli ha seguito la presentazione del Secondo Rapporto sulla Contrattazione di 2° livello della Cgil.

Il guardiano del faro

Marco Cianca, in prossimità del voto in Emilia-Romagna, sottolinea come la Lega abbia già inferto, al di la del voto, un colpo mortale al cooperativismo e al riformismo che hanno contraddistinto la regione.

I blog del Diario

Giuliano Cazzola prende spunto da alcune notizie e analisi pubblicate dal Diario per intervenire contro il ‘’pensiero unico’’ nei confronti dei giovani, il lavoro e il precariato.

Tommaso Nutarelli afferma come le elezioni in Emilia-Romagna abbiano dato adito alla politica di parlare di tutto, fuorché dei problemi della regione.

 

Il diario della crisi

Dopo l’incontro che si è svolto al Mise tra i sindacati di categoria e Sider Alloys, rimangono ancora molti nodi sulla situazione dell’ex Alcoa di Portovesme, prima fra tutti la necessità di sottoscrivere un contratto per la fornitura di energia elettrica con Enel.

 

Documentazione

Questa settimana è possibile consultare i dati Istat sulla produzione nelle costruzioni, le stime sul commercio estero extra Ue e il rapporto preliminare sull’andamento dell’economia agricola. Infine è presenta l’Osservatorio sul precariato dell’Inps.  

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