Sul Corriere della sera di giovedì scorso Pier Luigi Battista si lamentava del grande errore commesso con la disintermediazione, la pratica cioè di distruggere i corpi intermedi della società ritenendoli inutili, vestigia di un lontano passato, quindi da rottamare. Che errore, si lamentava, adesso non c’è più nessuno cui rivolgersi, non ci sono più mediatori tra la società e le istituzioni, tutti siamo soli e da soli sbagliamo, soprattutto sbagliamo a votare inseguendo populismi ed estremismi. E accomunava, in questa analisi, partiti e sindacati.
Nulla da dire sui partiti, che sono indubbiamente spariti dalla circolazione. C’era la sezione (o un luogo di raccolta in parrocchia) ad ogni cantone, adesso è un deserto. Sui sindacati invece non siamo d’accordo. I sindacati ci sono, resistono, lottano ancora per difendere diritti e ideali. La disintermediazione ha lavorato anche su di loro, ma non li ha vinti come è successo per i partiti. I sindacati ci sono. Gli operai, lo dicevamo la settimana scorsa, e più in generale i lavoratori hanno stracciato la tessera del partito, di tutti i partiti, ma si sono tenuti in tasca quella del sindacato.
Perché sanno che nel momento del bisogno il sindacato c’è ancora. Che li può aiutare, e quindi resta un punto di riferimento importante. Certo, è un po’ ammaccato, perché i tentativi di disintermediare anche le organizzazioni sindacali sono state forti, in questi ultimi anni; e tuttavia hanno resistito, e darle per morte e’ un errore che potrebbe forse davvero diventare per loro un colpo definitivo. Il sindacato vive, esiste, concretamente, in modo riconoscibile, in tutti i paesi e paesini, in tutte le fabbriche, la grande rete dei delegati è la forza che tiene in vita il sindacato. Una Rsu in ogni fabbrica, un delegato in ogni reparto. È bene fare attenzione prima di mischiare cose tra loro molto dissimili.
Per i partiti invece è vero che non ci sono più. Ma è stato un suicidio, non un assassinio. L’errore più forte, soprattutto se si parla del Pd, la cui malattia è sotto gli occhi di tutti, è forse stato quello del “partito leggero”, caro a Walter Veltroni. Oggi quelle sezioni che resistevano nel tempo sono state chiuse, le poche che restano sono per lo piu’ disabitate. Non piu’ animate da quei dibattiti interminabili, che potevano sembrare pesanti e difficili, ma erano linfa vitale per chi voleva partecipare, sentirsi attivo, esserci, a dispetto di tutto. Sembrava tutta roba inutile, di un passato lontano, invece era la vita, e la politica, vera.
Ed è per questo che crediamo che la sinistra, oggi, non debba ricorrere a strane alchimie per tornare a vivere: deve solo immettere nuova linfa in quelle vene. Deve riaprire le sezioni e i circoli, riprendere l’abitudine a discutere, a confrontarsi, a cercare gli iscritti e a tenerseli cari. Del resto, se si guarda all’intero panorama politico, i partiti che hanno vinto questa tornata elettorale sono proprio quelli che hanno mantenuto forte un collegamento con gli elettori, con la società.
Il movimento Cinque stelle lo ha fatto per lo più con il web, che non potra’ però mai sostituire il confronto diretto e corale, perché la persona è sola davanti al computer e resta sola anche se può partecipare a un voto virtuale. Diverso il discorso per la Lega, che ha sempre avuto una tenuta forte sul territorio, le sue tende sono state sempre in tutte le piazza del Nord, anche su nelle valli della Lombardia, pronte ad accogliere chi aveva un problema, chi voleva in aiuto, anche solo chi voleva sentirsi parte di qualcosa di più grande.
La sinistra tutto questo lo aveva, oggi non ce l’ha più. Se lo ricostruisse, forse avrebbe qualche possibilità di tornare, nel tempo, a contare in questo paese. Perché gli ideali ci sono, ma da soli non bastano, vanno coltivati, vanno esercitati e farlo assieme è la grande risposta che i nostri padri trovarono e coltivarono. E allora, che fossero democristiani o comunisti, crescevano.
Contrattazione
Venerdi è stato firmato formalmente, con una conferenza stampa congiunta dei vertici di Confindustria e sindacati (servizio video della conferenza stampa), l’accordo raggiunto il 28 febbraio scorso sulle relazioni industriali e i contratti.. In settimana è stato firmato rinnovo del contratto per i dipendenti delle agenzie assicurative. Il rinnovo garantisce ai lavoratori un aumento salariale, in linea con la svalutazione, e una convenzione con il fondo integrativo del servizio sanitario nazionale. L’azienda Marozzi del comparto dei trasporti e i sindacati hanno sottoscritto l’accordo che scongiura gli 85 licenziamenti annunciati. Tra i punti dell’accordo figurano l’accompagnamento alla pensione e l’incentivo all’esodo e per i più giovani è prevista la possibilità di optare tra la ricollocazione nell’arco di 24 mesi nelle autolinee Sita Sud o in aziende partner della Marozzi. Il coordinamento sindacale degli stabilimenti italiani di Electrolux e le segreterie nazionali e territoriali di Fim, Fiom e Uilm hanno raggiunto una ipotesi di accordo con Electrolux per l’uscita anticipata dal contratto di solidarietà per lo stabilimento di Susegana, in provincia di Treviso. A Genova è stato siglato un accordo tra sindacati e Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale per creare un centro di servizi per gli autisti di tir nel piazzale antistante il terminal VTE. Nel settore della grande distribuzione è stato siglato il nuovo contratto integrativo aziendale della Lidl che coinvolge circa 13mila dipendenti.
Analisi
Tommaso Nutarelli riporta l’analisi di Leonello Tronti al progetto Istat-Cnel “Produttività, struttura e perfomance delle imprese esportatrici, mercato del lavoro e contrattazione integrativa” nella quale analizza il fenomeno della contrattazione individuale.
Roberto Polillo commenta le elezioni del 4 marzo: “C’era una volta la sinistra italiana”.
La nota
Tommaso Nutarelli fa il punto sulla 145esima indagine congiunturale di Federmeccanica presentata a Roma che evidenzia un settore industriale in espansione, che resta tuttavia ancora molto lontano dai livelli pre-crisi del 2008. Nell’articolo il servizio video di Emanuele Ghiani e Fernando Liuzzi.
Fernando Liuzzi alla vigilia del Salone dell’Auto di Ginevra fra il punto sul il quadro strategico in cui si muovono le case automobilistiche che fanno capo a Fca.
Interviste
Nunzia Penelope ha intervistato l’imprenditore Alessandro Riello sui risultati del voto del 4 marzo. Rispetto alle possibili alleanze di cui si parla, tra M5s, Pd o Lega, Riello boccia i ‘’pastrocchi’’in parlamento ma avverte: se si incrina la fiducia, addio ripresa.
Il guardiano del faro
Marco Cianca parla delle “due Italie” che si sono espresse con il voto del 4 marzo.
I blog del diario
Roberto Polillo tratteggia il ritratto di un’Italia ritornata indietro allo Stato pre-unitario dove “se potessi avere mille lire al mese” è un refrain, ormai, tornato di moda.
Diario della crisi
Nella Capitale, la Roma Multiservizi ha confermato i 30 licenziamenti nonostante, denunciano i sindacati, in questo modo l’azienda verrà meno al al verbale di accordo sottoscritto con l’assessore Gennaro con cui si ribadiva l’inopportunità di atti unilaterali. Continua la battaglia delle maestre contro la sentenza del consiglio di Stato. Anief chiama alla mobilitazione unitaria per uno sciopero che si terrà il prossimo 23 marzo. Nel settore turistico, Valtur richiede il concordato preventivo senza, denunciano i sindacati, alcun incontro e consultazione con i le organizzazioni sindacali. A Torino, in un incontro con l’azienda Carlson Wagonlit, i sindacati hanno ottenuto la mobilità volontaria e il passaggio al part time per i dipendenti coinvolti nella procedura di licenziamento collettivo. I lavoratori di Italiaonline hanno indetto uno sciopero contro i licenziamenti annunciati dall’azienda. Si tratta di 400 esuberi, 241 trasferimenti coatti verso Milano, la chiusura della sede di Torino e la cessazione delle attività sul territorio nazionale. I giornalisti de Il Velino, senza stipendio da mesi, sfiduciano il direttore e denunciano “l’ennesimo schiaffo” da parte del management a una redazione alla quale non è stato versato gran parte del Tfr presso il Fondo complementare di categoria e che “ormai dal 2012 subisce una stagione interminabile di ammortizzatori sociali culminati nell’attuale Cigs fino al 70%.
Documentazione
Nella sezione dedicata è possibile visualizzare i dati Istat sui prezzi alla produzione dell’industria di gennaio, il testo della nota mensile Istat sull’economica italiana e lo studio della Fondazione DiVittorio “Molto ancora resta da fare”.