La norma sul condono che ha causato la spaccatura della maggioranza non è stata verbalizzata in Consiglio dei ministri perché era giunta a riunione in corso e andava verificata. E’ questo il senso di una nota di palazzo Chigi che ribadisce la versione del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che oggi ha sostenuto che si è trattato di “un problema tecnico” nella trascrizione dell’accordo politico. “A ulteriore precisazione – scrive il portavoce del Governo – si chiarisce che la c.d. dichiarazione integrativa (condono: art.9) è stata oggetto di una discussione politica che si è protratta a lungo sino all`inizio dei lavori del Consiglio dei Ministri. Su di essa si è formato un accordo politico e sulla base di esso, riassunto dal Presidente Conte a beneficio dei presenti, si è entrati in consiglio dei ministri”.
“La bozza del decreto fiscale che gli uffici hanno fatto trovare durante il Consiglio dei Ministri – prosegue la nota – non conteneva la dichiarazione integrativa di cui all`art. 9: questa norma risultava in bianco proprio perché l`accordo politico è stato raggiunto poco prima e gli uffici non hanno fatto in tempo a tradurlo sul piano della formulazione tecnico-giuridica. A Consiglio avviato è stato portato al presidente Conte un foglio contenente una prima traduzione tecnica dell`accordo politico: in pratica l`art. 9 sulla dichiarazione integrativa”.
“Il foglio – si precisa ancora nel comunicato – non è stato distribuito a tutti i Ministri presenti e il Presidente si è limitato a riassumere a beneficio di tutti i termini dell`accordo raggiunto sul punto, riservando a un momento successivo la verifica tecnica come è normale che sia per tutte le disposizioni giuridiche. Non c`è stata quindi la verbalizzazione specifica del contenuto dell`art. 9, il cui testo, appena arrivato, andava comunque verificato successivamente nella sua formulazione corretta dagli Uffici della Presidenza”.
“Domani ci vediamo in Cdm e sistemiamo questa norma – ha precisato in una diretta Facebook il minostro del Lavoro e dell’Economia Luigi Di maio, tornando a parlare del ‘caso’ del dl fiscale – ma d’ora in poi rivedremo i regolamenti del Cdm perchè la garanzia deve essere quella di avere procedure più chiare perchè anche se ci si distrae tutto resti agli atti, per evitare che nascano questi malintesi.”