Più assunzioni nei diversi livelli della pubblica amministrazione, stabilizzazione, misure per il potenziamento delle funzioni degli enti locali, riorganizzazione delle partecipate pubbliche. Sono alcuni dei temi oggetto della bozza del decreto contenente le “Disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche” e che dovrebbe andare all’esame del prossimo Consiglio dei Ministri, che potrebbe tenersi giovedì.
Il numero che spicca è quello relativo alle assunzioni, previste per circa 3.000, di cui 1.700 straordinarie e un migliaio, fra il 2023 e il 2026, per le forze dell’ordine: prevede la bozza. Scorrendo le tabelle allegate, oltre un migliaio sono destinate ai Ministeri, fra dirigenti, funzionari e assistenti: 301 all’Interno, 11 alla Cultura, 20 alle Infrastrutture, 210 agli Esteri, 103 all’Agricoltura, 4 all’Ambiente, 4 a Università e ricerca, 2 al Ministero per imprese e made in Italy, 350 funzionari a quello del Lavoro, 142 al Turismo, 49 alla Salute.
Tra i 30 articoli allegati al testo della bozza è previsto anche un capitolo sulla stabilizzazione dei precari: le regioni, le province ed i comuni, infatti, potranno procedere fino a fine 2026 alla stabilizzazione dei precari che abbiano prestato servizio per almeno 36 mesi. Le assunzioni, riservate a personale non dirigenziale, dovranno avvenire “nei limiti dei posti disponibili della vigente dotazione organica” e “nella qualifica ricoperta” dopo un “colloquio selettivo” e “all’esito della valutazione positiva dell’attività lavorativa svolta”.
Le amministrazioni pubbliche, inoltre, potranno richiamare in servizio per due anni in posizioni dirigenziali “personale collocato in quiescenza” in numero “non superiore al 10 per cento delle facoltà assunzionali disponibili a legislazione vigente” e con incarichi che dovranno comunque cessare entro il 2026. La misura prevede che nel bando di reclutamento dovrà essere riservata una quota analoga per l’assunzione di under 30.
Prevista anche la possibilità di trattenere in servizio dirigenti “in possesso di specifiche professionalità”.
L’Ispettorato del lavoro viene soppresso e le sue competenze sono assegnate al Ministero che nell’ambito della sua riorganizzazione definisce due dipartimenti denominati “Dipartimento per le politiche del lavoro e sociali” e “Dipartimento per le attività ispettive”. La norma prevede tra l’altro che “le risorse umane, strumentali e finanziarie dell’Ispettorato soppresso sono trasferite al Ministero del lavoro e delle politiche sociali”.
Inoltre, è istituito l’Osservatorio nazionale del lavoro pubblico con il compito di promuovere lo sviluppo strategico del Piano integrato di attività e organizzazione e le connesse iniziative di indirizzo in materia di lavoro agile, innovazione organizzativa, misurazione e valutazione della performance, formazione e valorizzazione del capitale umano. All’istituzione e al funzionamento dell’Osservatorio, si legge nella bozza, si provvede nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. La partecipazione all’Osservatorio non comporta la corresponsione di emolumenti, compensi, indennità o rimborsi di spese comunque denominati.
e.m.