I lavoratori dell’industria alimentare di Parma hanno proclamato uno sciopero generale per venerdì, 15 dicembre, a sostegno dei lavoratori della Froneri, multinazionale joint venture di Nestlé.
Secondo quanto dichiarato dai sindacati di categoria Flai Cgil e Uila Uil, la Froneri ha avviato procedure di licenziamento per 120 unità lavorative, di cui 112 a Parma e 8 a Milano, e ha disdettato unilateralmente tutti gli accordi sindacali procedendo a un piano di riorganizzazione che prevede licenziamenti collettivi senza possibilità di appello.
L’azienda “non sta infatti rispettando le relazioni industriali consolidate nel nostro territorio – affermano Flai e Uila -, né dimostra la minima responsabilità sociale di impresa”.
Per i sindacati, lo sciopero ha l’intento di richiamare anche l’Unione parmense degli industriali alla sua responsabilità: “Serve un accordo dignitoso per tutti i lavoratori coinvolti, altrimenti nulla sarà più come prima nelle relazioni industriali”.
In attesa della prossima convocazione al ministero, lunedì 11 dicembre, al presidio in via Bernini arriveranno rappresentanti del sindacato tedesco Ngg e responsabili del sindacato mondiale Iuf-Uita. La solidarietà internazionale continua a crescere dopo Germania, Svizzera e Bulgaria sono arrivati massaggi anche da Francia, Spagna, Thailandia, Hong Kong e Corea.
La vertenza Froneri è stata ricordata durante la mobilitazione Cgil del 2 dicembre da Umberto Franciosi, della Flai Emilia Romagna, dal palco di Roma: “La Froneri, controllata dalla Nestlé – ha detto il sindacalista -, ha deciso di chiudere lo stabilimento di Parma, dove si facevano i gelati Motta, buttando per strada tanti lavoratori. Senza prendere in considerazione il ricorso alla cassa integrazione e un piano sociale”.
“La Nestlé – ha incalzato Franciosi – ha fatto fare il lavoro sporco alla Froneri. La Flai ha piantato la sua tenda rossa davanti alla fabbrica. Mercoledì 29 siamo andati in Svizzera nella tana del lupo della Nestlé. Non abbiamo paura. Abbiamo coinvolto il sindacato europeo. Se non si trovano soluzioni diverse continueremo la nostra lotta”.
E.M.




























