Le prestazioni del sistema pensionistico italiano vigenti a fine 2024 sono 23.015.011, per un ammontare complessivo annuo di 364.132 milioni di euro, che corrisponde a un importo medio per prestazione di 15.821 euro. Rispetto al 2023, il numero di prestazioni è aumentato dello 0,4% e il corrispondente importo complessivo annuo è aumentato del 4,9%.
I beneficiari di prestazioni pensionistiche sono 16.305.880 (+0,5% rispetto al 2023); ognuno di loro percepisce in media 1,4 pensioni, anche di diverso tipo, secondo quanto previsto dalla normativa vigente. Sebbene le donne rappresentino la quota maggioritaria sul totale dei pensionati (il 51%), gli uomini percepiscono il 56% dei redditi pensionistici: l’importo medio annuo dei redditi percepiti dagli uomini è infatti superiore a quello delle donne del 34% (25.712 contro 19.140 euro).
Circa due terzi (68,1%) dei beneficiari di prestazioni pensionistiche percepisce una sola prestazione, mentre circa un terzo (il 31,9%) ne percepisce due o più. In particolare, il 24% dei beneficiari percepisce due prestazioni, il 6,7% tre e l’1,2% quattro o più.
All’interno del gruppo dei titolari di più di una pensione la presenza femminile è dominante e aumenta al crescere del numero dei trattamenti pro capite: le pensionate rappresentano infatti il 58% dei titolari di due pensioni, il 68,3% dei percettori di tre pensioni e il 68,9% dei titolari di quattro o più trattamenti.
Dall’analisi dei dati emerge che le pensioni di tipo Ivs (invalidità, vecchiaia e anzianità/anticipate , superstiti) sono il 77,2% del totale delle pensioni, di cui il 53,8% relativo alle pensioni di vecchiaia, il 3,9% a quelle di invalidità e il 19,5% a quelle ai superstiti; le prestazioni di tipo indennitario si attestano al 2,7%, mentre quelle di tipo assistenziale sono pari al 20,2% del totale.
Gli importi complessivi hanno una distribuzione più spiccatamente sbilanciata verso le pensioni di tipo Ivs, che coprono il 90,7% del totale; in particolare gli importi erogati per pensioni di vecchiaia sono il 73,7% del totale, quelli per pensioni di invalidità il 3,6% e quelli per pensioni ai superstiti il 13,4%.
Il restante 9,3% è distribuito per l’1,2% sulle prestazioni di tipo indennitario e per l’8,1% su quelle di tipo assistenziale.
Dall’analisi della distribuzione territoriale di pensioni e pensionati si osserva che nelle regioni settentrionali si ha un maggior numero sia di pensioni sia di pensionati (rispettivamente il 47,3% e il 47,7% del totale). Gli importi medi delle pensioni sono più elevati al Nord rispetto al resto dell’Italia (+8,1 punti percentuali rispetto alla media nazionale). Osservando i redditi pensionistici pro capite, si nota anche in questo caso che è il Nord la zona geografica con redditi mediamente più alti (+7,1 punti percentuali rispetto al totale nazionale), seguito a breve distanza dal Centro (+4,9 punti percentuali).I beneficiari residenti nel Mezzogiorno presentano invece sia gli importi delle pensioni, sia i redditi pensionistici più bassi rispetto al totale nazionale. La spesa pensionistica italiana relativa all’anno 2024, si distribuisce per il 51,1% nelle regioni settentrionali e per il 28% in quelle meridionali e nelle isole; il restante 20,9% è erogato a beneficiari residenti nelle regioni del Centro.
Analizzando la distribuzione dei pensionati per classe di età, di ampiezza quinquennale tra i 65 e i 79 anni, si osserva che la classe più numerosa, sia per i maschi che per le femmine, è quella degli ultraottantenni, con un rapporto di femminilità pari al 150% per il numero di pensionati e al 76% per i redditi pensionistici. La classe dove si riscontra l’importo medio più elevato è, per i maschi tra 70 e 74 anni, mentre per le femmine quella tra 65 e 69 anni. Dalla stessa distribuzione emerge che per ogni classe di età, ma in particolare dai 55 anni in su, gli importi medi dei maschi sono sempre più elevati di quelli delle femmine.