Nel terzo trimestre le stime dell’ Ufficio parlamentare di bilancio indicano una congiuntura sostanzialmente stagnare ancora debole.
Lo scrive l’Upb nella congiuntura di ottobre confermando per il 2025 una crescita intorno allo 0,5% e aggiungendo che le prospettive sono comunque caratterizzate da “rischi significativi” a causa dello scenario internazionale frammentato.
“Il contesto internazionale – spiega l’Upb – resta instabile, a causa del deterioramento delle relazioni internazionali. Nella prima parte del 2025 gli scambi sono stati fortemente spinti dalle importazioni degli Stati Uniti, che tuttavia hanno rallentato bruscamente dalla primavera.
Gli effetti del protezionismo non sembrano al momento tangibili sui prezzi, ma l’imposizione di dazi da parte degli Stati Uniti e l’apprezzamento dell’euro, di circa il 13 per cento sul dollaro dall’inizio dell’anno, inducono una netta perdita di competitività per gli esportatori europei. Il Fondo monetario internazionale (FMI) ha migliorato le attese per quest’anno ma ha limato l’attesa sulla crescita del PIL dell’area dell’euro per il prossimo; le previsioni sono soggette a un’elevata incertezza delle ipotesi, soprattutto per quanto attiene alle politiche commerciali”.
“I prezzi delle materie prime energetiche si attestano su valori contenuti – aggiunge – ma le banche centrali (BCE e FED) restano caute sul percorso di allentamento delle condizioni monetarie, i cui sviluppi dipenderanno soprattutto dall’evoluzione dell’inflazione al consumo.




























