Lo scenario – di per sé critico e molto incerto – si è ulteriormente complicato con la crisi di Governo, lo scioglimento del Parlamento e l`indizione anticipata di nuove elezioni politiche, che per larga parte del secondo semestre del 2022 limiterà l`azione di Governo. E’ quanto si legge nelle previsioni del Rapporto Regionale Pmi 2022, realizzato da Confindustria e Cerved, in collaborazione con Unicredit e Gruppo 24 Ore.
In una fase come quella attuale, caratterizzata da una forte incertezza sugli scenari economici futuri e nella quale sono ancora evidenti gli effetti di due anni di crisi profondissima, i limiti strutturali delle nostre PMI appaiono quanto mai evidenti e rischiosi per la tenuta del sistema di fronte alle nuove criticità generate dai recenti eventi bellici e dalla crisi degli approvvigionamenti di materie prime, in particolare energetiche.
Criticità strutturali e congiunturali definiscono un quadro in cui è necessario agire con interventi diversificati, ma parimenti efficaci e soprattutto dedicati al sostegno della competitività delle imprese, vero motore per la ripresa del Paese.
Ad oggi, il legislatore è intervenuto con misure non sempre sufficienti a contenere adeguatamente gli effetti della crisi sanitaria nei diversi settori produttivi e a sostenerne le esigenze di liquidità e di programmazione degli investimenti e, allo stesso tempo, non ha previsto misure strutturali, che configurassero un sostegno duraturo agli investimenti, alla ripresa e alla crescita.
Più specificatamente, alcuni interventi previsti dalla legge di Bilancio 2022 possono rappresentare delle criticità per le imprese. Ad esempio, il mancato rinnovo della moratoria di legge per le PMI, associato ad alcune lacune in tema di garanzie pubbliche, può rivelarsi una rilevante criticità per gli operatori economici. Manca ancora un intervento strutturato per la patrimonializzazione e il rafforzamento della struttura finanziaria delle imprese, su cui risultano ancora deboli le misure fiscali finora previste (ACE, credito DTA e aggregazioni).
Occorre, dunque, creare migliori condizioni e più efficaci strumenti per potenziare la struttura finanziaria e la patrimonializzazione delle imprese e rilanciarne gli investimenti, per accompagnare le imprese in un percorso di crescita e di innovazione che coinvolga anche il capitale umano, rafforzando formazione e riqualificazione professionale per adeguare le competenze alla forte accelerazione nell`utilizzo delle nuove tecnologie, in particolare digitali.
Determinante resta l`efficienza della pubblica amministrazione e la rimozione di tutti quegli ostacoli burocratici che, anche quando esistono strumenti ed incentivi adeguati, ne rallentano i possibili effetti positivi. Questo aspetto sarà cruciale in particolare per l`attuazione del PNRR e per la corretta implementazione e gestione di tutti gli interventi.
Infine, oltre alle proposte strutturali, l`attuale contesto impone di dare risposte alla congiuntura che stiamo vivendo, legate all`evoluzione del conflitto in Ucraina e alle sue conseguenze sulla nostra economia, che riguardano in particolare le esigenze di diversificazione degli approvvigionamenti energetici, per aumentare l`autonomia strategica del Paese e di regolazione dei relativi mercati. I maggiori costi energetici subiti dalle imprese stanno producendo effetti preoccupanti sulla loro tenuta e sulla loro capacità di continuare a produrre. E questo è un problema che assume dimensioni ancor più preoccupanti per le PMI, rispetto al quale sono necessarie misure straordinarie, ma anche strutturali, che le accompagnino nella transizione energetica e ambientale. Sono temi che devono e possono trovare risposte nella politica di coesione territoriale 2021-2027, in particolare nei piani operativi delle Regioni, come pure in alcuni piani operativi nazionali.
tn