Via libera da parte dei Ministri della cabina di regia alle modifiche di 10 obiettivi (su 27) relativi alla quarta rata del Pnrr, che riguardano i ministeri delle Infrastrutture, delle Imprese, dell’Istruzione, della Cultura. Lo ha riferito il Ministro per gli affari europei, il Sud, la coesione territoriale e il Pnrr, Raffaele Fitto, nella conferenza stampa al termine della riunione della cabina di regia che è durata poco più di mezz’ora. Dopo le modifiche agli obiettivi della quarta rata del Pnrr, concordate oggi nella cabina di regia “possiamo proseguire un percorso che ci consentirà di chiedere il pagamento della quarta rata, senza decurtazioni, nei prossimi giorni. Ieri abbiamo concluso con la Commissione Ue il tavolo tecnico”.
Il ministro Fitto ha precisato che “se tutto andrà” come previsto “saremo l’unico Paese a chiedere il pagamento della quarta rata. Il concetto di ritardo è molto opinabile. Ci stiamo muovendo su terza e quarta rata esclusivamente su obiettivi che sono precedenti – ha aggiunto -, mi farebbe piacere ascoltare in Parlamento qualche elemento specifico relativo al ritardo e in capo a chi è questo ritardo. Non credo sia utile” fare questo discorso “ma se qualcuno lo vuole lo possiamo fare”.
“Abbiamo fatto un lavoro sulla quarta rata che punta a evitare una vasta fase lunga di verifica – ha proseguito Fitto -, invece sulla terza siamo siamo nella fase di verifica di alcuni aspetti di dettaglio dal punto di vista dell’interpretazione. Mi piace ricordare che la terza rata scadeva il 31 dicembre dello scorso anno, che era composta da 55 obiettivi, che per la prima volta c’erano obiettivi fisici, c’è da andare a verificare sul terreno, a differenza di quanto non fosse accaduto precedentemente, e che quindi questo sta comportando un lavoro di dettaglio che io ritengo essere un fatto molto positivo perché questo mette al sicuro da qualsiasi rischio di interpretazione”.
Rispondendo ad una domanda sulle modifiche del Piano, che dovranno essere definite entro il 31 agosto, Fitto ha ricordato che esse sono dettate da “due esigenze oggettive. Da un lato è cambiato lo schema con il RepowerEu, che risponde a esigenze energetiche, e con altre questioni come l’aumento delle materie prime. Dall’altro lato – ha precisato – ci sono alcuni interventi che per ragioni oggettive non sono realizzabili entro giugno 2026, la scadenza del Pnrr. Il governo sta quindi lavorando ad un coordinamento delle risorse. Possiamo spostare alcuni interventi su altri programmi di intervento, come i fondi di coesione che hanno il 2029 come scadenza”.
e.m.