Il governo discute con le parti sociali sui decreti attuativi del Jobs act, ma non tratta. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, nell’incontro a Palazzo Chigi con sindacati e imprese.
“Obiettivo del confronto è illustrare le posizioni del governo – ha affermato Poletti secondo fonti presenti alla riunione – discutere con le parti sociali, raccogliere le istanze e le sollecitazioni, ma sapendo che non ci sarà nessuna trattativa. Il Governo prenderà poi le sue decisioni nel rispetto della delega approvata dal Parlamento”.
I tempi previsti dalla delega del lavoro “sono brevi, sei mesi al massimo, entro i quali i decreti devono essere completati”, ha spiegato il ministro, aggiungendo: “Il governo ha mantenuto l’impegno di confrontarsi e discutere sui decreti di attuazione del Jobs act, pur nella consapevolezza di una diversità di valutazioni, soprattutto con i sindacati che hanno scioperato”.
Poletti ha poi spiegato alle parti che “i punti maturi su cui sta lavorando il governo sono il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti e la riforma dell’Aspi“.
La “volontà” del Governo “è di spostare il numero più alto delle tipologie contrattuali nel nuovo contratto a tutele crescenti – ha aggiunto – che si applicherà ai nuovi assunti nelle aziende sopra i 15 dipendenti. Ma si potrà utilizzare anche per le imprese sotto i 15 dipendenti senza modificare gli indennizzi esistenti”.
“Ci saranno anche i contratti di ricollocazione con un fondo del Governo ad hoc attraverso l’utilizzo delle agenzie per l’impiego. Quanto all’Aspi – avrebbe spiegato il ministro – c’è la volontà di unificare Aspi e mini Aspi, ampliando la platea dei beneficiari, ma evitando criteri opportunistici, per non danneggiare nessuno. C’è la volontà di estendere l’Aspi anche ai collaboratori”.
Per i licenziamenti illegittimi ci sarà “un indennizzo crescente in ragione dell’anzianità di servizio”, ma “non c’è ancora una scelta sull’entità dell’indennizzo”. “E’ prevista anche una conciliazione espressa con una nuova indennità e una tassazione più favorevole”.
Per i licenziamenti disciplinari “ci sono diverse ipotesi”. “Si sta discutendo a partire dall’insussistenza del fatto materiale contestato al lavoratore”, ha affermato secondo fonti presenti alla riunione.


























