I primi tre anni di contratto a tempo indeterminato firmati dai giovani vedranno per le imprese uno sgravio attorno al 50% degli oneri previdenziali. Lo ha spiegato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, al termine di un incontro con i sindacati. Poletti ha aggiunto che non è ancora stata individuata la platea dei beneficiari e al momento si va da un tetto di 29 anni a quello di 35 anni.
Il ministro ha spiegato che l’ipotesi è “molto larga: fa riferimento alla possibilità di avere una decontribuzione che oggi indicativamente definiamo intorno al 50% degli oneri previdenziali che vorremmo destinare stabilmente alla platea dei giovani (non ancora definita: sapete che c’è una discussione in atto). In termini strutturali vuol dire che sempre i giovani che sono in quella condizione potranno usare questo strumento, quindi oggi chi ha l’età per poterlo fare lo potrà chiedere, se quest’anno non ha nessuno che gli offre un lavoro lo potrà fare il prossimo anno e questo varrà fra tre-quattro-cinque anni. Noi pensiamo ad una norma a regime, poi il Parlamento se vorrà potrà modificare l’impianto, ma siccome qualcuno ipotizza possa esserci una bolla” lo strumento deve essere strutturale.
Per quanto riguarda l’assegno di ricollocamento, secondo Poletti dovrebbe diventare strutturale: “c’è la possibilità di far partire in modo strutturale l’assegno di ricollocamento – ha sottolineato il ministro -. E’ uno strumento che è stato sperimentato, approfondiremo in una riflessione specifica” i dettagli ma si è “convenuto sull’opportunità di partire a regime sull’assegno”.
Inoltre, si è aperto un “punto di confronto per verificare la possibilità di utilizzare l’assegno di ricollocazione dentro le crisi e le ristrutturazioni aziendali anticipandone l’uso. Oggi l’assegno di ricollocazione è previsto a seguito della Naspi dopo che la persona ha concluso gli ammortizzatori sociali. Noi pensiamo che si possa e si debba lavorare ad una ipotesi che preveda la possibilità che questo tipo di intervento, su scelta volontaria dei lavoratori a seguito di un accordo tra le parti, possa essere anticipato durante l’attivazione della cassa integrazione”.
Il ministro ha precisato che si tratta di un’ipotesi e che sul tema verranno convocate “anche le parti datoriali”.