Cgil, Cisl e Uil e le categorie delle tre confederazioni hanno inviato una lettera unitaria al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e all’amministratore delegato di Poste Italiane, Matteo Del Fante, per discutere dell’annunciata privatizzazione parziale dell’azienda.
Nella lettera i sindacati, dopo le notizie circolate in questi giorni in merito alla volontà del governo di avviare un programma di parziali privatizzazione, chiedono che in via preliminare sia condotto un adeguato dialogo sociale con la rappresentanza dei lavoratori.
“Se il governo sul tema delle privatizzazioni pensa di andare avanti da solo commette un grosso errore. Prima di ogni operazione, come quella annunciata su Poste Italiane, bisogna aprire un confronto con le parti sociali e con il sindacato in particolare”. E’ quanto sottolinea il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra.
“Al governo chiediamo un incontro urgente per affrontare un tema che richiede la più ampia condivisione sociale. Se l’idea è quella di far cassa svendendo parte degli gioielli di famiglia, la Cisl si opporrà. Abbiamo già visto gli effetti di questa impostazione negli anni Novanta, e ne paghiamo ancora oggi le conseguenze con la perdita di asset strategici, penso alle telecomunicazione, con la compressione dei livelli occupazionali, con il blocco degli investimenti, con l’impoverimento della quantità, della qualità ed efficienza dei servizi. Si tratta non solo di evitare saldi di stato. Ma anche di scongiurare che per riempire un po’ il portafoglio si rinunci ad esprimere un ruolo forte e pubblico nella definizione delle politiche industriali del paese. Per questo rilanciamo l’idea di mettere sul tavolo l’opportunità di far evolvere la governance delle grandi imprese pubbliche nel solco della partecipazione dei lavoratori alle decisioni al controllo delle aziende. Qui si parla non solo di risorse, ma del futuro e della tenuta del tessuto sociale ed economico del paese”.
“Abbiamo chiesto un urgente incontro al Mef perché in una fase in cui sarebbe urgente intervenire per costruire politiche industriali e di sviluppo in grado di rilanciare il sistema industriale e con esso l’occupazione e l’economia, si pensa invece a ricette sbagliate che mettono in discussione interi asset strategici, ipotizzando la privatizzazione di aziende del calibro di Poste e non solo, al solo scopo di fare cassa e senza alcuno sguardo strategico”. Lo dichiara il segretario confederale della Cgil, Pino Gesmundo.
“In queste ore – prosegue il dirigente sindacale – leggiamo indiscrezioni secondo cui il Ministero dell’Economia e delle Finanze, per recuperare risorse starebbe pensando di vendere anche le proprie quote di Poste Italiane. Ribadiamo ancora una volta che questo Governo intende perseguire la strada sbagliata: invece di andare a cercare i soldi dove sono, a partire dalla lotta all’evasione fiscale, l’Esecutivo annuncia un piano di privatizzazioni”.
“Si tratta di un’impostazione miope – conclude Gesmundo – che nel medio termine impoverirebbe il Paese, tanto più se a essere ceduta fosse una realtà come Poste Italiane che, oltre ad essere un asset strategico per la tenuta sociale e la coesione territoriale, è una solida realtà finanziaria che garantisce ogni anno importanti dividendi al Ministero”.
tn