Un settore più attrattivo, competitivo e fondato sulla qualità del lavoro. Con questo obiettivo FIPE-Confcommercio ha presentato oggi al Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL) il “Manuale sul dumping contrattuale nei pubblici esercizi”, uno strumento utile per fare chiarezza e contrastare una delle principali distorsioni del mercato del lavoro nel mondo della ristorazione. Nel corso dell’incontro si è analizzato il fenomeno e le sue implicazioni per imprese e lavoratori, e le possibili misure normative e contrattuali per mitigarne gli effetti e limitarne la diffusione.
“Il rapporto – ha spiegato il presidente della FIPE Lino Enrico Stoppani – ha evidenziato la proliferazione dei CCNL nel settore, con le conseguenti gravi differenze contrattuali e retributive che li caratterizzano. Infatti se emerge che il nostro CCNL è quello ampiamente più applicato nel settore, si registra anche il diffuso utilizzo della “teoria della sottrazione” nei contratti concorrenti, esercizio che rende questi contratti solo apparentemente più convenienti, esponendo le imprese che le adottano a pesanti sanzioni e togliendo diritti ai lavoratori, spazio alla leale concorrenza, attrattività al settore e valori al lavoro.”
“Proprio i tempi difficili richiederebbero, invece, – precisa Stoppani – che si debba rafforzare la “teoria della somma” nei rapporti con i propri collaboratori, con addendi non necessariamente fatti solo di riconoscimenti economici, ma di valori umani e professionali, in grado di affrontare i problemi strutturali del settore, con la diminuita sua attrattività e la persistente debole produttività”. Stoppani ha infine sottolineato l’urgenza di un intervento istituzionale forte e coordinato per ripristinare condizioni di equità e rispetto nel mercato del lavoro dei pubblici esercizi.
Il dumping contrattuale – ovvero l’applicazione di contratti collettivi siglati da sigle prive di reale rappresentatività, con trattamenti peggiorativi rispetto a quelli previsti dal contratto di riferimento del settore – è ormai una realtà strutturale che danneggia l’intero comparto. A subirne le conseguenze non sono solo i lavoratori, spesso privati di diritti e tutele fondamentali, ma anche le imprese che operano nella legalità e si vedono penalizzate da una concorrenza sleale.
Inoltre, come è emerso nel corso della presentazione, le imprese che scelgono scorciatoie contrattuali rischiano gravi conseguenze sanzionatorie, sia in termini economici che reputazionali, come dimostrano le recenti sentenze della Corte di Cassazione e gli interventi dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro. L’Ispettorato, in particolare, ha più volte sottolineato la possibilità di contestare alle imprese una violazione del principio di buona fede nell’applicazione del contratto collettivo, con effetti anche in sede di verifica contributiva, retributiva e previdenziale e il conseguente recupero delle differenze contributive e retributive applicate. Il Manuale offre un quadro giuridico aggiornato e strumenti operativi per riconoscere e contrastare i contratti non rappresentativi, con l’ambizione di favorire un cambio di passo culturale, oltre che normativo.
“Il dumping contrattuale rappresenta una forma di concorrenza sleale che danneggia le imprese virtuose e i lavoratori, minando la credibilità dell’intero settore. Nonostante il CCNL di FIPE sia applicato da oltre il 92% delle aziende, la minaccia dei contratti pirata resta concreta” ha dichiarato Riccardo Orlandi, Presidente AIGRIM-FIPE e Vice Presidente FIPE. “Il nostro impegno si articola su due fronti: un’intensa attività di sensibilizzazione delle imprese sui rischi legali ed economici di queste pratiche e la richiesta di interventi più decisi da parte degli organi di controllo. Solo attraverso un’azione coordinata tra informazione e vigilanza possiamo garantire legalità e tutele adeguate per tutti i lavoratori del settore.”