“Penso che la ‘rivoluzione Marchionne’ fosse possibile anche stando nell’associazione”. E’ quanto afferma Aurelio Regina, candidato alla presidenza di Confindustria, in una intervista al Foglio nella quale indica che nella Confindustria che immagina Marchionne resterebbe: “Me lo auguro: farebbe bene all’associazione e al paese per quello che la Fiat, culturalmente ed economicamente, ha rappresentato e ancora rappresenta in Italia”.
Il candidato alla presidenza parla poi della crisi di competivita’, spiegando che per superarla occorre “costruire un legame stretto tra salario e produttività. Con questo obiettivo le aziende dovranno muoversi gestendo secondo esigenze la flessibilità con un ruolo importante della contrattazione di secondo livello, per la parte economica in sostituzione del contratto nazionale, mantenendo la centralità della contrattazione collettiva nazionale come comice normativa. Alla luce della rapidità dei cambiamenti di scenario economico, la stessa componente economica dei contratti potrebbe essere negoziata annualmente in azienda”.
Regina torna poi sul tema posto da alcuni settori degli industriali che hanno indicato che il prossimo presidente di Confindustria dovrà essere un imprendotire manifatturiero: “Francamente dico anche a coloro i quali auspicano un metalmeccanico alla presidenza che la piattaforma innovativa di Federmeccanica è molto più facilmente sostenibile da un imprenditore non metalmeccanico perché ha un approccio, mi lasci passare un termine improprio, meno partigiano. Comunque – continua Regina – quello che sostengo con molta chiarezza che l’importante è certamente il presidente ma lo è ancora di più la squadra che saprà formare. Il presidente deve essere un primus inter pares”.