“Dobbiamo capire se, nell’ambito delle regole europee e della legge Fornero, a quella categoria di persone rimaste un po’ schiacciate tra incudine e martello possiamo dare l’anticipo pensionistico, l’Ape”. Cosi’ Matteo Renzi, a Repubblica Tv, sul tema previdenza. Praticamente in parallelo con il vertice tra il ministro del Lavoro e i sindacati sullo stesso argomento, il premier ha annunciato, tra l’altro, un intervento sulle pensioni minime: ”sono troppo basse”. Inoltre, ha confermato l’intenzione di ridurre stabilmente il costo del lavoro, con un intervento sttutturale, e non con una semplice proroga della decontribuzione, come e’ stato con le ultime due leggi di stabilita’.
Per quanto riguarda l’incontro di oggi del ministro Poletti con i i sindacati, che ha sostanzialmente segnato il ritorno al dialogo tra Cgil, Cisl e Uil e il governo dopo due anni di incomunicabilita’, per Renzi è stato un “incontro interlocutorio ma importante”. E a proposito dei rapporti (difficili) con i rappresentanti dei lavoratori, ha aggiunto: “non pensiamo che la concertazione sia una coperta di Linus della quale è impossibile fare a meno. Se c’è, siamo contenti: se possiamo coinvolgere e dialogare con le categorie, noi siamo qui. Non siamo ideologici. Siamo pronti a fare gli accordi. Poi, ci sono alcuni sindacati che hanno scelto di non lavorare con noi”.
In particolare, ha precisato, ” su Fiat Chrysler la Fiom si è schierata contro, e secondo me ha sbagliato, a guardare i numeri”. E sulle proteste contro il Jobs Act: “hanno fatto sciopero partendo dal presupposto che col Jobs act ci sarebbe stato il boom dei licenziati. Non è così”. Per Renzi, del resto, il Jobs Act e’ “la più grande operazione di lotta al precariato mai fatta da un governo, è la cosa più di sinistra: non c’è stata una operazione più di sinistra fatta in Italia da ultimi 30 anni”.