Just Eat ha annunciato, attraverso un’intervista al Corriere Economia di Stefano Righi in edicola lunedì, che dal 2021 abbandonerà il cottimo e offrirà ai suoi 3mila fattorini la possibilità di essere assunti come dipendenti.
In particolare, il gruppo estenderà all’Italia il modello “Scoober”, un meccanismo contrattuale che l’azienda utilizza già in alcuni paesi del nord Europa. Dopo un periodo di prova i rider vengono assunti, potendo così godere di ferie e malattie. Il salario è in parte fisso e in parte legato alle consegne e terrà comunque conto anche dei tempi morti in attesa degli ordini.
Il modello “Scoober” prevederà per i rider di Just Eat un contratto in qualità di lavoratori dipendenti basato sulle linee guida internazionali di un accordo aziendale, adattate e in linea con la normativa e la legislazione italiana. Sarà possibile mantenere la flessibilità legata al tipo di attività in base alla tipologia di contratto, full time o part-time, e sarà introdotta una paga oraria, corrispondente quindi all’intero turno coperto dal rider e non in relazione alle singole consegne, sulle quali invece si valuterà un ulteriore bonus.
Il progetto, in fase di sviluppo per essere attivato nei primi mesi del 2021, sarà caratterizzato da differenti tipologie di attività sul territorio: nelle città più piccole i rider potranno operare con mezzi propri e una fornitura completa di dispositivi di sicurezza, oltre a indumenti brandizzati e zaino per le consegne forniti da Just Eat, nelle città più grandi, come ad esempio Roma e Milano, ma non solo, il progetto prevede veri e propri hub a copertura del cuore della città, dove per i rider sarà possibile ritirare e utilizzare, per il proprio turno di lavoro, solo mezzi totalmente sostenibili come scooter elettrici o e-bike di Just Eat, gli strumenti per le consegne come casco, giacca e zaino, e che potranno essere anche luoghi di scambio e incontro. Sempre nelle città più grandi il sistema sarà affiancato inoltre dalla soluzione con rider che operano con mezzi propri, soprattutto nelle aree fuori dal centro e con la possibilità di scegliere in fase di application.
Il nuovo modello verrà implementato gradualmente. Durante la fase di sviluppo del modello in Italia, continueranno a restare attivi i contratti in essere con riferimento al nuovo Ccnl Rider, con l’obiettivo di approfondire e studiare le migliori soluzioni di applicazione della nuova soluzione in Italia.
Una marcia indietro rispetto al contratto nazionale firmato in settembre ed entrato in vigore il 3 novembre tra Assodelivery, l’associazione delle piattaforme di cui fa parte anche Just Eat, e il solo sindacato Ugl, in cui si stabilisce la natura autonoma del lavoro dei fattorini. Il 20 ottobre infatti i fattorini si sono trovati nell’applicazione della piattaforma l’obbligo di accettare il contratto, pena l’esclusione dalle consegne: “Questa mattina – scrivevai il 20 ottobre Deliverance Project sulla sua pagina Facebook – chi avrebbe dovuto lavorare per il turno di pranzo con Just Eat si è trovato davanti una spiacevole sorpresa: la firma del nuovo contratto o l’impossibilità di utilizzare l’applicazione. Per accedere all’app di Justeat è indispensabile, infatti, accettare nell’immediato le nuove condizioni contrattuali che saranno in vigore dal 2 Novembre. Nessuna alternativa. Il passaggio dell’accettazione è obbligatorio per accedere al turno.”
Mercoledì le piattaforme e i sindacati si incontreranno a Roma al vertice convocato dal Ministero, e la decisione di Just Eat influenzerà probabilmente il tavolo di trattativa.
E.G.