Dopo un passaggio d’anno debole l’edilizia europea torna a crescere. Secondo i dati diffusi da Eurostat, a febbraio la produzione nelle costruzioni ha registrato un incremento del 6,9% nell’area euro e del 4,4% nell’intera Ue a 28, a fronte di cali rispettivamente del 2,4% e dell’1,5% nel mese precedente.
Secondo l’ente di statistica comunitario, rispetto al febbraio 2016 la produzione delle costruzioni risulta aumentata del 7,1% nell’area euro e del 5,2% nell’Ue a 28. A gennaio si erano invece registrati cali rispettivamente del 5,1% e del 2,3%.
Per quanto riguarda l’Italia, a febbraio 2017, secondo quanto riporta l’Istat, l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni ha registrato un aumento del 4,6% rispetto al mese precedente, recuperando totalmente la flessione di gennaio e posizionandosi a un livello di poco superiore a quello osservato a dicembre.
Su base annua, a febbraio 2017 si è registrato un aumento dell’1,6% per la produzione nelle costruzioni corretta per gli effetti di calendario e una diminuzione del 2,6 per cento sull’indice grezzo (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 21 di febbraio 2016, precisa l’Istat).
Nella media del trimestre dicembre 2016-febbraio 2017 l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni in Italia è aumentato dell’1 per cento rispetto ai tre mesi precedenti. Nei primi due mesi dell’anno, rileva infine l’Istat, l’indice della produzione corretto per gli effetti di calendario è diminuito dell’1,8% annuo, mentre l’indice grezzo dello 0,8%.
Tornando all’intera Europa, secondo Eurostat maggiori aumenti annui della produzione nelle costruzioni si sono verificati in Slovenia (+21,4%), Ungheria (+15,1%), Svezia (+13,2%) e Germania (+11,6%), mentre i maggiori cali hanno coinvolto Slovacchia (-10,6%), Repubblica Ceca (-5,5%) e Polonia (-5,1%).
Tornando all’intera Europa, secondo Eurostat maggiori aumenti annui della produzione nelle costruzioni si sono verificati in Slovenia (+21,4%), Ungheria (+15,1%), Svezia (+13,2%) e Germania (+11,6%), mentre i maggiori cali hanno coinvolto Slovacchia (-10,6%), Repubblica Ceca (-5,5%) e Polonia (-5,1%).