Confcommercio ha deciso di interrompere la trattativa per il rinnovo del contratto dei lavoratori del terziario. Francesco Rivolta, presidente della commissione sindacale, che cosa è successo?
La trattativa ha segnato il passo fin dai primi mesi. Soprattutto perché i sindacati hanno preferito discutere di welfare e competitività con il Governo. Non a caso il protocollo firmato il 23 luglio non è stato sottoscritto da Confcommercio.
Perché?
Noi contestiamo il fatto che il Governo si occupi di questioni di esclusiva competenza delle parti sociali.
Questo come ha influito sulla trattativa?
Per mesi Confcommercio e sindacati si sono impegnati a mettere a punto una bozza di avviso comune che affrontasse temi quali la flessibilità, il mercato del lavoro, gli ammortizzatori sociali. Poi è stato firmato l’accordo di luglio e dell’avviso comune non si è fatto più niente.
Quali sono le vostre obiezioni sulla piattaforma?
Ci tengo a precisare che non siamo pregiudizialmente contrari ad aumenti salariali. Siamo anzi d’accordo con Epifani, Bonanni e Angeletti sul fatto che gli incrementi devono essere accompagnati da un recupero della produttività. Il problema è che questo binomio nella piattaforma non c’è.
Confcommercio è disposta a riprendere la trattativa?
Certamente, ma a una condizione: che si metta al centro il recupero di produttività.
Come si ottiene questo risultato?
Bisogna intervenire sugli strumenti adeguati, mi riferisco alla flessibilità e al rapporto ore pagate/ore lavorate.
Giulia Laruffa



























