Sul salario minimo “deve essere il governo a dichiarare che cosa intende fare confrontandosi con le parti sociali e il Parlamento per discutere di un’eventuale normativa a riguardo. Noi pensiamo che gli obiettivi siano aumentare i salari, rinnovare sempre i contratti, cancellare quelli pirata, con una legge sulla rappresentanza sindacale che dia validità generale ai contratti nazionali stipulati da organizzazioni comparativamente più rappresentative e votati dalle lavoratrici e dai lavoratori”. Cosi Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, in una intervista a L’Avvenire. In questo quadro, spiega Landini, “una norma che fissi una soglia di salario orario minimo sotto la quale non si può scendere è necessaria. Questa è la legislazione di sostegno alla contrattazione collettiva di cui abbiamo bisogno”.
Proprio ieri il Cnel ha diffuso la prima parte dell’indagine sul salario minimo (la seconda, contenente le proposte, sarà diffusa venerdi, l’intero documento sara’ votato dall’assemblea il 12), dove si afferma, in sostanza, che stante l’ottima salute della contrattazione in Italia il salario minimo non appare strettamente necessario, mentre, appunto, sarebbe necessario rafforzare ulteriormente il versante contratti, anche facendo in modo che siano rinnovati tutti nei tempi dovuti. Un documento su quale la rappresentanza della Cgil nella commissione del Cnel ha espresso voto contrario.
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