L’aula della Camera ha approvato la proposta di legge sulle deleghe al governo in materia di retribuzione dei lavoratori e di contrattazione collettiva con 153 voti a favore e 118 contrari (3 gli astenuti).
Bagarre in aula prima del voto finale. Dopo l’intervento del presidente della commissione Lavoro Walter Rizzetto (Fdi), il presidente di turno dell’Aula, Fabio Rampelli, è stato costretto a sospendere per qualche minuto la seduta dopo che si erano levate urla nei confronti di Rizzetto dai banchi dell`opposizione. Dopo la sospensione le urla sono continuate con uno scambio di accuse al grido di “vergogna” e “buffoni”. Le opposizioni hanno anche esposto i cartelli “salario minimo minimo negato”, “non in nostro nome”, poi prontamente ritirati dai commessi alla ripresa della seduta che ha dato il via libera al provvedimento.
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervistata su Rtl 102.5, ha dichiarato: “M5s e Pd ci dicono che il salario minimo è l’unica cosa da fare in Italia ma in 10 anni che sono stati al governo non gli è mai venuto in mente di farlo”. E rivolgendo un affondo ai sindacati: “Alcuni sindacati vanno in piazza per il salario minimo e poi accettano contratti da poco più di 5 euro l’ora: bisognerebbe essere un po’ più coerenti”.
“Ieri alla Camera è successo che avevamo sul tema del salario povero dato un mandato al Cnel per studiare una proposta che arrivava dall’opposizione, sul salario minimo orario a 9 euro, o se fossero migliori altri proposte. Il Cnel ha detto, e condivido, che mettere un salario minimo orario in una nazione in cui hai il 97% dei lavoratori con un contratto nazionale in molti casi con un salario superiore poteva creare un problema” cioè che il parametro dei 9 euro all’ora “diventata non aggiuntivo ma sostitutivo” con il rischio “di abbassare il salario di molta gente. Il problema è che ci sono delle sacche in cui il salario è inadeguato, la maggioranza ha presentato un emendamento che dà mandato al governo di risolvere questo problema. Ci dobbiamo concentrare su aumentare il salario senza abbassare il salario di chi sta un tantino meglio”.
e.m.