Applicare l’imposta sostitutiva del 5% sugli straordinari anche agli infermieri delle strutture sanitarie accreditate. Questo l’obiettivo di due emendamenti presentati dalla maggioranza nel corso del dibattito in Senato sulla Legge di Bilancio 2026. La proposta punta a estendere un’agevolazione finora riservata esclusivamente ai lavoratori pubblici, includendo anche i professionisti del settore privato convenzionato.
«Gli emendamenti presentati in Senato rappresentano un segnale incoraggiante, che va nella direzione della coerenza e dell’equità» dichiara Giovanni Costantino, giuslavorista e Capodelegazione ARIS, Associazione Religiosa Istituti Socio Sanitari. «L’attuale esclusione dei dipendenti della sanità accreditata dalle flat tax riconosciute ai colleghi del pubblico – continua – è del tutto irragionevole. Ogni passo verso l’uniformità di trattamento non può che essere accolto con favore».
Il riferimento è anche alla recente consulenza giuridica dell’Agenzia delle Entrate che, rispondendo a un interpello ARIS, ha negato l’applicazione della flat tax del 15% sulle prestazioni aggiuntive al personale accreditato. «Una decisione – ricorda Costantino – che abbiamo giudicato ingiusta e discriminatoria, soprattutto perché parliamo di professionisti che concorrono, al pari dei dipendenti delle Aziende Sanitarie, all’abbattimento delle liste d’attesa e alla tenuta complessiva del SSN».
«L’iniziativa parlamentare – prosegue – dimostra invece la consapevolezza, almeno in parte, del ruolo essenziale svolto dal settore accreditato, che opera in piena integrazione con gli enti del SSN e che dovrebbe essere messo in condizione di assicurare ai propri lavoratori lo stesso trattamento economico riconosciuto agli operatori pubblici».
Secondo il giuslavorista «è necessario, sul piano normativo, recuperare piena consapevolezza di tali principi, anche in vista del processo di revisione della disciplina dell’accreditamento previsto dall’art. 36 della legge 193/2024».
«Occorre augurarsi – conclude – che le nuove misure entrino rapidamente in vigore dopo aver superato il vaglio parlamentare, e segnino l’inizio di una stagione normativa improntata alla coerenza e alla parità di trattamento tra strutture pubbliche e accreditate. Ne va della tenuta del Servizio Sanitario».
























