E’ iniziato domenica a mezzanotte lo sciopero dei camionisti spagnoli, che hanno incrociato le braccia per protestare contro il caro gasolio. Per contrastare le crescita del prezzo del carburante, che nell’ultimo anno è aumentato del 37%, i sindacati di categoria chiedono al Governo Zapatero l’adeguamento automatico delle tariffe alle variazioni del prezzo del petrolio e si dichiarano disponibili a proseguire la protesta a oltranza per ottenere le garanzie adeguate. L’Esecutivo socialista, da parte sua, continua a respingere la possibilità di un accordo per timore di scatenare una mobilitazione delle altre categorie professionali, ma resta in piedi l’ipotesi di una revisione complessiva dell’attuale meccanismo tariffario: una rete di incentivi previdenziali, con un fondo di 55 milioni di euro per facilitare la pensione a 60 anni, e il rinnovo della flotta degli automezzi potrebbero essere i punti principali della contro-proposta governativa. La confederazione Cetm, che rappresenta circa il 60% degli autotrasportatori, non ha aderito all’agitazione, che ha coinvolto però quasi la totalità delle piccole aziende e rischia comunque di provocare una paralisi. Da ieri si sono fermati i camionisti anche in Portogallo, esprimendo solidarietà ai colleghi spagnoli e presidiando le principali vie d’accesso del Paese. (Edn)
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