Sciopero generale in Grecia, il prossimo 18 giugno, indetto dalle confederazioni sindacali del settore pubblico e privato contro il progetto di legge del governo per la riforma del sistema pensionistico.
Il ministro del lavoro della sicurezza sociale Dimitris Reppas ha presentato la proposta in Parlamento due giorni fa. Si tratta di 11 articoli che l’esecutivo vorrebbe far approvare prima dell’estate. La discussione in parlamento inizierà proprio il 18.
Tra gli obiettivi del progetto, unificare i termini e le normative della copertura pensionistica per tutti i lavoratori salariati, e riunire le molte casse previdenziali ora frammentate.
Un lavoratore, secondo la bozza, si potrà ritirare in pensione dopo 37 anni di lavoro, senza che ci sia un’età minima richiesta.
Dopo 35 anni di lavoro, si potrà optare per la pensione se si hanno 65 anni d’età nel caso degli uomini, e 60 per le donne. Reppas ha detto che “si tratta di un equilibrio eccellente tra copertura finanziaria del sistema e giustizia sociale. Tutte le preoccupazioni ed incertezze di pensionati e lavoratori sono perciò finite. Inizia un nuovo periodo, perchè questa legge favorirà un miglior clima per l’economia greca e per la società greca in generale”. Reppas ha comunque detto che la legge è aperta a modifiche e suggerimenti.
Ma l’ottimismo del governo sul consenso per questa legge ha avuto vita breve: nella tarda serata di ieri, la Confederazione generale dei lavoratori greci (Gsee) e il Supremo consiglio aministrativo dei lavoratori pubblici (Adedy), le maggiori centrali sindacali del Paese, hanno proclamato lo sciopero generale contro la riforma. Il presidente dell’Adedy, Spyros Papaspyros, ha ribadito il dissenso dei lavoratori pubblici contro il progetto, chiedendo fondi adeguati e pensioni dignitose per i lavoratori del settore.
Adedy chiede che sia immediatamente ritirato il disegno di legge, che le pensioni siano fissate all’80% del salario e che si possa andare in pensione dopo 35 anni di lavoro, a prescindere dall’età. Il sindacato chiede inoltre che alcuni settori del lavoro pubblico vengano inclusi tra i lavori usuranti e in condizioni di disagio igienico. Il Gsee, che rappresenta i dipendenti del settore privato aveva preannunciato uno sciopero già la settimana scorsa, e si prevede che ora convochi l’agitazione sempre per il 18 giugno. Anche questa confederazione chiede che il governo ritiri la sua proposta di riforma.
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