E’ alta la tensione fra Cisl e Cgil, non solo sullo sciopero grnerale, ma anche su quello della scuola che si e’ svolto il giorno 10. Lo dimostrano le prese di posizione opposte dei sindacati della scuola delle due confederazioni.
“Mi auguro un pronto ritorno di tutte le sigle sindacali ai tavoli su cui si svolgono le relazioni sindacali, la cui inopinata interruzione non avrebbe mai potuto essere di alcuna utilità alle lavoratrici e ai lavoratori. Se di spartiacque si vuole parlare, mi auguro che sia quello finalmente tracciato tra un massimalismo astratto e l`agire serio e responsabile come organizzazioni capaci di esercitare il proprio ruolo di rappresentanza tenendo insieme visione e concretezza”.
Così in una nota la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, in una riflessione sullo sciopero del personale scolastico del 10 dicembre scorso, al quale proprio quel sindacato non ha partecipato al contrario degli altri confederali.
“Mi ero ripromessa di non fare commenti sullo sciopero, su cui basta e avanza, al di là di ogni manipolazione, il riscontro dei dati di adesione. Ma quando si afferma che sarebbe quello sciopero ad avere riacceso i riflettori sui problemi della scuola, e che si attende una convocazione del ministro per discuterne e affrontarli, non posso non ricordare almeno due elementari dati di fatto e di verità”, spiega Gissi.
“Il primo è che fin dal momento del varo, da parte del Governo, del disegno di legge finanziaria, la CISL Scuola e la CISL non solo ne hanno evidenziato le numerose criticità, ma hanno lavorato intensamente per porvi rimedio, ricercando ogni possibile sede di confronto. Dalle numerose interlocuzioni con le forze politiche sono scaturite proposte emendative che, com`è naturale per un provvedimento di legge, sono ora affidate alle decisioni e alla responsabilità del Parlamento. Da come si concluderà il percorso di approvazione della legge, e dal raffronto con gli obiettivi dichiarati, ciascuno potrà valutare anche l`efficacia della propria azione”.
“Il secondo fatto – prosegue la segretaria della Cisl Scuola – è che all`incontro col ministro svoltosi il 18 novembre, a seguito di una richiesta che ne sottolineava l`urgenza, le sigle promotrici dello sciopero non si sono presentate – se non in veste di ‘uditore’ – così come hanno disertato successivi incontri pur legati a tempi di grande rilevanza e di forte impatto sulle condizioni di lavoro del personale, a partire dal Tavolo permanente sulla sicurezza e da quello sulla mobilità. Nessuna disattenzione, nessuna inerzia dal 18 novembre a oggi da parte nostra, al contrario un lavoro continuo e instancabile per cercare soluzioni ai tanti problemi del personale della scuola, non solo per denunciarli”.
“Massimo rispetto per le settantacinquemila persone che, con motivazioni anche molto diverse, hanno partecipato allo sciopero; ma grande attenzione al segnale che ben più del 90% del personale ha dato il 10 dicembre e che nessuno può azzardarsi a tacciare di indifferenza, insensibilità, rassegnazione, disimpegno. Sarebbe, questo, un grave errore per tutti, in primo luogo per la politica, se lo interpretasse come una sorta di via libera rispetto al trascinarsi, indisturbato, di una colpevole disattenzione verso la scuola e il suo personale di cui da tempo sta dando prova; ancor più grave, e imperdonabile, per il sindacato, se si concentrasse prima di tutto e soprattutto nella difesa delle proprie scelte e decisioni e non nello sforzo necessario per ristabilire una giusta sintonia col mondo della cui rappresentanza dovrebbe sentirsi investito”, conclude Gissi.
Immmediata la replica della Flc-Cgil che risponde alla Cisl, difendendo le ragioni dello sciopero. “Lo sciopero generale del 16 dicembre è in ideale continuità con lo stato di agitazione proclamato per tutti i settori della conoscenza, a cominciare dallo sciopero del 10 dicembre nel settore della scuola statale. Domani aderiranno alla mobilitazione l`università, la ricerca, l`Afam e i settori rivati della conoscenza, ma chiediamo anche alle lavoratrici e lavoratori della scuola liberi da impegni di lavoro di partecipare alle manifestazioni interregionali. La nostra mobilitazione continua perché non consideriamo lo sciopero un fine in sé ma lo strumento democratico e partecipato per far aumentare il peso della rappresentanza dei lavoratori che anche questo governo vuole ridurre a un ruolo ancillare”.
“Rispediamo decisamente al mittente la retorica dei sindacalisti ‘seri’ che lavorano ai tavoli e di quelli ‘cattivi’ e irresponsabili che scioperano e non cercano le soluzioni. Irresponsabile è chi ha smesso di crederci”, prosegue il sindacato in riferimento a una nota della Cisl Scuola sullo sciopero dello scorso 10 dicembre: “Ai tavoli tecnici abbiamo partecipato fino al giorno in cui abbiamo dichiarato lo stato di agitazione, e sappiamo benissimo quanto fossero inconcludenti e privi di contenuti, e proprio per questo abbiamo deciso di disertarli. Una scelta inevitabile, con la quale, abbiamo voluto lanciare un primo segnale contro il persistente disinvestimento nell`istruzione che è ormai la scelta di quasi tutti i governi degli ultimi vent`anni. Chi parla di massimalismo non conosce il significato del termine o ha dismesso i panni del sindacalista. Scioperare è normale pratica democratica per qualunque sindacato, tranne evidentemente per uno, e solo rispetto al governo Draghi”.
“E invitare i lavoratori a stare zitti e buoni perché c`è chi ci pensa, ci sembra non solo paternalistico, ma assolutamente perdente. Perché tutto quello che arriverà dalla legge di bilancio sarà il risultato di chi ha deciso di dire no alle prese in giro di un governo che dopo aver firmato un Patto per il rilancio della Scuola lo ha disatteso sistematicamente su ogni punto. E se quello che otterremo sarà tanto sarà un grande risultato, ma se sarà poco bisognerà rilanciare. C`è chi si accontenta, noi no. Non è questo il momento storico. Questo è il tempo della partecipazione ed è il tempo di far cambiare strada al nostro Paese a partire dalla scuola”, conclude la Flc Cgil.
tn