E’ maretta nella maggioranza sul Jobs Act che il 26 andra’ in votazione alla Camera. A meta’ pomeriggio Maurizio Sacconi, esponente di spicco di Ncd e presidente della commissione lavoro del senato, con una nota,avverte: se saranno violati gli accordi, Ncd lascera’ la commissione. L’ira di Sacconi si riferisce a una dichiarazione del sottosegretario al lavoro Teresa Bellanova, che poco prima aveva annunciato un emendamento del governo, in particolare sul tema del reintegro. Parole di Bellanova: “Sarà il governo a presentare l’emendamento alla delega sul lavoro, che riprenderà tutti gli emendamenti sul tema per finalizzare il reintegro per i licenziamenti disciplinari”. La proposta di modifica, ha specificato il sottosegretario, definirà il perimetro dei casi per i quali sarà previsto il reintegro e non solo l’indennizzo.
L’emendamento dovrebbe recepire l’accordo tra governo e minoranza Pd. Apriti cielo. Il partito di Alfano va subito in fibrillazione: non erano questi, i patti. Scandisce Sacconi: “L’annuncio della sottosegretario Bellanova, con riferimento all’emendamento del governo sull’articolo 18, non corrisponde a quanto concordato. Se vedessimo un testo diverso da quello che conosciamo ce ne andremmo dalla commissione e si aprirebbe un bel contenzioso nella maggioranza”. Nel ruolo di pompiere interviene immediatamente il capogruppo Pd alla Camera, Roberto Speranza: “non ci sarà “nessun maxiemendamento ma solo il lavoro paziente, vero, faticoso della commissione lavoro” sul Jobs act. A sua volta, Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro e relatore del testo, specifica che si, effettivamente domani verrà affrontato il ‘’comma 7’’, e cioè, per l’appunto, quello che riguarda il contratto a tutele crescenti e le novità sul reintegro in tema di licenziamenti; ci sarà una riformulazione del governo a partire dai testi depositati dai parlamentari, come previsto dall’accordo tra esecutivo e minoranza Pd, ma il governo non e’ intenzionato a presentare alcunche’: “Non risulta che il governo abbia intenzione di presentare un maxiemendamento sul testo in esame”, garantisce Damiano.
E in serata, arriva anche il commento di Giorgio Squinzi. Il presidente di Confindustria, ovviamente, si augura che il testo resti immutato, sottolineando che ‘’Renzi aveva fatto promesse molto chiare: si può giocare sulle sfumature però alla fine ci auguriamo che l’impianto di base sarà quello che ci ha promesso”.
N.P.